Fabio Avaro con “Storie bastarde” racconta la Ostia degli anni Ottanta (VIDEO)

Fabio Avaro: "Cercavo una chiave per raccontare la mia Ostia. Il libro di Davide Desario, ha fatto scattare l'ispirazione per scrivere anche le mie storie bastarde" 

Ostia: dopo quattro anni dalla prima teatrale, il monologo Storie bastarde tratto dall’omonimo volume di Davide Desario, torna a Ostia, esattamente al Teatro del Lido per raccogliere intorno ai temi più cari all’autore e interprete Fabio Avaro, proprio i suoi concittadini, gli abitanti di questo quartiere periferico tra i più belli della Capitale.

Nel video di presentazione che mostriamo, per chi conosce Ostia ma anche per chi non è nato e cresciuto in questa periferia speciale sul mare di Roma, c’è già un assaggio di questo testo saggiamente ispirato al volume del direttore di Leggo, ostiense doc che da qui ha preso la carica per diventare un’altra voce autorevole del giornalismo nata in questo  territorio.

Fabio Avaro: “Cercavo una chiave per raccontare la mia Ostia. Il libro di Davide Desario, ha fatto scattare l’ispirazione per scrivere anche le mie storie bastarde”

Il prossimo venerdì 19 maggio, per quanti hanno già amato le “Storie Bastarde. Quei ragazzi cresciuti tra Pasolini e la Banda della Magliana”, del giornalista, scrittore e direttore di “Leggo” Davide Desario (editore Avagliano), l’appuntamento da non mancare è al Teatro del Lido di Ostia alle ore 21,00, per il ritorno in scena del testo teatrale omonimo, che a questo volume si ispira per raccontare le altre storie “bastarde” di Fabio Avaro Ariele Vincenti.

Con l’abile regia di quest’ultimo, uno straordinario Fabio Avaro tra suggestioni fatte di parole, le luci di Maximiliano Lumachi e le foto di Fabrizio D’Orazio magistralmente utilizzate nella grafica di Danilo Giovannangeli, riporta sul palco un’esperienza di vita di anni passata a Ostia, una periferia fatta di iodio e tanto altro: “Uno spaccato di vita di quelli che negli anni Ottanta erano adolescenti che, provenienti da un ambiente sereno, borghese, si muovevano in territori a rischio – spiega il direttore di canaledieci.it, Giulio Mancini – Era il tempo delle  interminabili partite di pallone sulla strada, delle corse nella splendida pineta delle Acque Rosse, dei bagni alla spiaggia libera della ‘Buca’ ma anche quello delle endovenose di eroina e di una società atterrita dalle Brigate rosse e da quella criminalità che sarebbe esplosa con i delitti efferati della Banda della Magliana”.

Storie Bastarde. Storie di Ostia di altri tempi“, è tutto questo, ma anche un lungo viaggio che in realtà attraversa quasi tre decenni, e che parte dalla Ostia degli anni ’70, scenario di un numero illimitato di partite di calcio sull’asfalto, ma che della vita di “bande” di ragazzini certamente educati ai valori della famiglia ma anche della strada, della comicità popolare e spontanea: quella  romana, genuina e mai banale, ma ormai in via d’estinzione.

La nota degli autori e del regista, invita a leggere il territorio, a guardarlo attraverso gli occhi di chi ci ha vissuto negli anni subito successivi alla morte di Pasolini: “Quanto il profumo e i suoni di dove siamo cresciuti influiscono su ciò che ciò che siamo diventati? Quanto è importante ripercorrere le proprie origini? Cosa ancora oggi ci possono insegnare? Sono le domande di un adolescente diventato adulto attraverso esperienze di strada, di comitiva, di vita senza schermi e fatta di rapporti diretti e senza ipocrisia per convivere tutti insieme, in un unico contenitore sociale, il quartiere: cove ce n’è uno di tutti: il barista, il delinquente, il figlio di papà alle case popolari, i bambini ignari che giocano circondati dalla tossicodipendenza, il portiere Abruzzese con le sue battute incomprensibili, il professore Siciliano che non si prende mai sul serio e tanti altri”.

E un invito a sedersi a teatro a Ostia, arriva proprio dall’interprete Fabio Avaro, che a tutto questo aggiunge un plus, e cioè la possibilità di gustare questa rilettura teatrale di Storie Bastarde anche con i prezzi popolari del Teatro del Lido, legati ad una politica sociale ben precisa del Teatro di Roma.

“Io nato e cresciuto a Ostia, anche se abito ma non vivo a Roma, come dico anche nello spettacolo, non potevo che ripartire da un teatro di “casa” dopo lo stop di Storie Bastarde dopo la pandemia” – spiega l’attore, che in scena utilizza l’escamotage del Sommo Poeta, e cioè un interlocutore fantasma con cui dare vita ad un percorso narrativo che non nasconde nulla del suo quartiere natio, dai difetti ai pregi, al suo amore per Ostia: Una di famiglia che si deve tenere strettainsiste Avaro -. Cercavo il modo di raccontarla con un monologo e così nel 2019 il mio collega e amico fraterno Gabriele Pignotta mi segnala le Storie Bastarde di Davide. Quando l’ho letto e ho contattato Desario, dall’incontro alla stesura è intercorso pochissimo tempo. Si era spalancata la porta dell’ispirazione che partendo dalle sue storie bastarde, me ne aveva fatte produrre altrettante, ottenendo i migliori complimenti possibili per me: i suoi” – conclude Avaro.