Ostia, i funzionari infedeli denunciati dai colleghi. I nomi

L’indagine che ha portato all’arresto di 12 persone avviata dopo la denuncia dei colleghi dei funzionari infedeli

L'ufficio Tecnico del X Municipio

Ad avviare le indagini che hanno portato alla luce un verminaio fatto di corruzione e mazzette, con dodici arrestati tra funzionari municipali, imprenditori e professionisti, sono stati i colleghi dei dipendenti pubblici infedeli.

L’indagine che ha portato all’arresto di 12 persone avviata dopo la denuncia dei colleghi dei funzionari infedeli

Sono gli elementi che si deducono dalla lettura dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Maria Gaspari per la quale sono stati arrestati in dodici (leggi qui).

I nomi

Si tratta di Salvatore Saraceno (57 anni) e Antonio Loddo (59 anni), funzionari dell’Ufficio edilizia del X Municipio, detenuti nel carcere di Regina Coeli, e di Fabio Campanella (61 anni), Salvatore Migliaro (63 anni), Carlo Di Felice (59 anni), Fabio Balini (67 anni), Saverio Colivicchi (56 anni), Pierfrancesco Ranuzzi (70 anni), Massimo Paolucci (58 anni), Alessio Ronconi (52 anni), Andrea Ronconi (52 anni) e Mario Di Marco (47 anni). Campanella è dipendente dell’Ufficio tecnico del X Municipio, Migliaro funzionario del dipartimento Urbanistica presso il Comune di Roma, De Felice amministratore di un supermercato, Balini è il patron dello stabilimento balneare “Shilling”, Ranuzzi, Colivicchi e Paolucci sono liberi professionisti, i gemelli Ronconi e Di Marco sono costruttori. Ci sono inoltre diversi altri denunciati. Sono indagati a vario titolo per corruzione in concorso.

L’origine dell’indagine

Tutto ha inizio da una denuncia fatta da una collega di Saraceno e Loddo che aveva rilevato delle difformità tra relazione di servizio dei due e stato dei fatti riguardo a una costruzione realizzata in un ristorante dell’Infernetto. Un abuso edilizio era stato fatto passare come struttura difforme. Anche altri due colleghi hanno testimoniato contro la coppia di tecnici, confermando il comportamento non in linea con la normativa dei due sospetti.

Le intercettazioni

A quel punto, a partire dal settembre 2022, scattavano pedinamenti e intercettazioni telefoniche ma anche ambientali nei confronti dei due funzionari dell’Ufficio tecnico del X Municipio. Sono diversi i casi di dazioni di denaro documentati dagli investigatori: l’ordinanza in 33 pagine riporta nove episodi ma accenna anche a altri collegamenti.

Nell’ordinanza sono descritte forme di corruzione relative alla richiesta di sanatoria per la veranda di un appartamento di via delle Baleari, di sbloccare una pratica paesaggistica di un supermercato, di sanare un chiosco dello stabilimento “Shilling”, di autorizzare volumi non regolari per villette in via Ferroni, di sistemare le pratiche di un vivaio, di prodigarsi per il cambio d’uso di volumi in una palazzina di via Dobbiaco e di altre pratiche edilizie per una palazzina in via Salorno.

Le somme richieste, o offerte a seconda degli episodi corruttivi, variano da 1000 a 5000 mila euro (leggi qui).

Nel complesso, dalle attività di captazione – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – sono emerse nove vicende di corruzione che hanno visto protagonisti i funzionari pubblici Loddo Antonio e Saraceno Salvatore e di volta in volta i soggetti privati interessati alle varie pratiche edilizie in qualità di titolari degli immobili o di architetti/ingegneri progettisti, oltre ad altri due funzionari pubblici, l’indagato Fabio Campanella, intervenuto in veste di mediatore nella vicenda ‘Shilling”, e l’indagato Salvatore Migliaro”.

Chiaramente in fase dibattimentale dovranno essere stabiliti con esattezza i ruoli in questa triste vicenda di illegalità. In particolare se realmente ci sia stata una forma di intermediazione da parte di Campanella e se sia stata amichevole o interessata. E va chiarito anche se i professionisti si muovessero autonomamente o per conto dei costruttori. E, ancora, se alcuni degli episodi siano di corruzione o, invece, di concussione.

A tutela degli indagati va ricordato che il procedimento è in fase di indagini preliminari e che le prove dell’eventuale colpevolezza si formano nel corso del processo. Fino al terzo grado di giudizio gli indagati sono da considerarsi non colpevoli.