Ostia, mazzette per chiudere gli occhi sulle difformità edilizie: il tariffario

I dodici arresti ordinati dalla Procura riguardano mazzette pagate per “aggiustare” pratiche edilizie

Sarebbero state mazzette per “aggiustare” pratiche edilizie per costruzioni non regolari. Denaro riscosso dai funzionari municipali infedeli nel corso di episodi documentati con intercettazioni telefoniche e ambientali nei tre mesi tra novembre 2022 e gennaio scorso.

I dodici arresti ordinati dalla Procura riguardano mazzette pagate per “aggiustare” pratiche edilizie

Ruoterebbe tutto intorno all’edilizia privata l’affaire che questa mattina ha portato agli arresti di dodici persone (leggi qui), tra funzionari municipali, professionisti e imprenditori. Tra questi anche il patron dello stabilimento balneare “Shilling”, Fabio Balini. Le tangenti che gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Paolo Ielo avrebbero documentato, riguardavano controlli sulle autorizzazioni per stabilimenti balneari, agevolazioni sui progetti di costruzione di villette e omissioni sulle irregolarità durante i controlli ai cantieri.

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Il tariffario

Secondo l’accusa, il taglio delle tangenti richieste variava dai mille ai 5 mila euro, ma sarebbero decine le dazioni di denaro elargite da imprenditori e privati. In un solo caso, sul finire del 2022, con due tangenti, una da 3 mila e una da 5 mila euro due dipendenti comunali, in particolare, si sarebbero impegnati a rallentare i lavori della conferenza di servizi concernente l’accertamento di conformità della realizzazione su suolo demaniale di strutture adibite a chiosco presso lo stabilimento balneare “Shilling”.

L’edilizia privata

Dalle indagini sarebbero emersi pagamenti di tangenti dai mille ai 3 mila euro al fine di evitare che si rilevassero irregolarità nei cantieri edili controllati sempre da parte dei due dipendenti comunali. I due funzionari infedeli del X Municipio avrebbero percepito mazzette anche per accelerare l’iter burocratico dei progetti per la realizzazione di villette quadrifamiliari in via Vincenzo Ferroni, all’Infernetto, con lo scopo – ipotizza la Procura – di far passare le pratiche, per via cartacea anzichè telematica, con precedenza su ogni altra garantendo l’approvazione del progetto nonostante le riconosciute violazioni sull’altezza.

L’inchiesta suppone che la medesima procedura si sia seguita anche nell’ambito del rilascio dell’autorizzazione rispetto ai lavori in un vivaio.

I fatti al centro del fascicolo risalgono ai mesi tra novembre 2022 e gennaio 2023.

Ricordiamo che in questa fase la posizione dei soggetti arrestati è quella di indagati che devono ritenersi non colpevoli fino al terzo grado di giudizio.