Una cittadina di Ostia affetta da disabilità, suggerisce, con un appello, di utilizzare l'ex Colonia Vittorio Emanuele per accogliere anziani e disabili di tutte le età
Ostia: dalla cittadina lidense arriva la storia di una giovane donna, Nadia, affetta da disabilità che chiede a gran voce di avere l’opportunità di trovare una Rsa – Residenza Sanitaria Assistita, per curarsi nel suo territorio, lei che è ostiense doc, vive la città e vorrebbe curarsi senza dover percorrere chilometri e chilometri. A questo scopo lei stessa suggerisce, raccontando le difficoltà che vive, di utilizzare l’ex Colonia Vittorio Emanuele, per accogliere anziani e disabili insieme.
Si tratta di un appello accorato, sincero, fatto da una donna che vive sulla propria pelle le difficoltà della disabilità e chiede un posto dove poter essere seguita.
Questa richiesta sembra del tutto corretta e legittima, visti gli ampi spazi dell’ex Colonia e la sua posizione estremamente vicina al mare, che potrebbe venire accolta, al contrario di quella che, recentemente, ha visto esplodere diverse polemiche per la possibilità, paventata dal Campidoglio e dal Municipio, di utilizzare quello stesso luogo adibendolo a centro d’accoglienza per clochard.
Al riguardo proprio il mese scorso vi abbiamo raccontato della forte presa di posizione da parte di Fratelli d’Italia che aveva dichiarato che avrebbe fatto di tutto per opporsi al progetto che intendeva ospitare senzatetto proprio all’interno dell’ex Colonia.
Mentre il Cpo è un centro paraplegici e non una Rsa, si potrebbe utilizzare i soldi del Pnrr non per far arrivare i senzatetto ad Ostia, ma bensì usarli per riqualificare luoghi da tempo in stato di degrado come la ex Colonia, e farli rinascere sfruttandoli per una funzione socialmente molto utile come quella di accogliere anziani e disabili di tutte le età, dato che sembra avere tutte le caratteristiche utili per fungere da Rsa.
Nadia, la ragazza affetta da disabilità, racconta quanto segue: “Ho bisogno di una Rsa che possa aiutare anche disabili giovani, e che si trovi qui ad Ostia. Si potrebbe usare una parte della colonia Vittorio Emanuele, con tanto di spiaggia di fronte. Sarebbe perfetto, io ne ho un disperato bisogno. Da più di un anno non esco di casa, passo molti giorni a letto senza vedere nessuno. Sono sola, ho molto bisogno d’aiuto. Mia madre non ce la fa più”.
Proseguendo nel suo racconto, Nadia spiega il perchè delle sue richieste: “Perchè qua ad Ostia, perchè io sinceramente non saprei dove andare, Ostia è l’unico legame che ho, se vado lontano da Ostia non vedrei più neanche mia madre nè mio fratello Maxi e prima o poi avrò bisogno anche di lui e non sono la sola qui ad avere in città queste necessità, ce ne sono altri anche più giovani di me”.
“Ricordo – dice Nadia – che al Cpo c’era questo servizio, un ragazzo venuto tetraplegico dalla Polonia e che è uscito da lì che stava molto meglio, oppure un’altra ragazza, Ramiza, una ragazza che arrivava dall’ex Jugoslavia che è venuta in coma al Cpo e in quel luogo piano piano si è rimessa in carrozzina ed era con me alle terapie di gruppo: ora ha recuperato moltissimo.”
“Era un luogo bellissimo – conclude la giovane donna – dove potevo dipingere e fare tante altre attività, ed era aperto a gruppi e singoli. Ora io vorrei un luogo simile, ancora, qui ad Ostia”.