Leggende metropolitane sulla Pasqua: il coniglietto pasquale, l’albero delle oche e molto altro

Oltre alle storie della tradizione cattolica, ci sono leggende metropolitane relative alla Pasqua di derivazione pagana e profana: vediamo le più celebri

La Pasqua, celebrando la rinascita di Gesù cristo, oltre alle storie derivanti dalle sacre scritture, come quella che vi abbiamo raccontato oggi, domenica di Pasqua, 9 aprile, del Gallo della Resurrezione, presenta molte altre leggende metropolitane di origine profana e pagana, che puntano a confutare e mettere in dubbio l’evento religioso in questione.

Oltre alle storie della tradizione cattolica, ci sono leggende metropolitane relative alla Pasqua di derivazione pagana e profana: vediamo le più celebri

Alcune molto fantasiose, altre più credibili, fanno tutte parte di leggende metropolitane che affondano le loro radici nelle credenze millenarie dei popoli. Andiamo a scoprirne qualcuna.

Prima fra tutte c’è quella estremamente celebre, che racconta delle origini del coniglio pasquale, che anni fa venne definito dalla prima ministra neozelandese Jacinda Ardern, un animale che funge da “lavoratore essenziale” durante l’emergenza coronavirus.

Il coniglio dai mille aspetti, capace di essere un vero trasformista

Una teoria molto diffusa tra i popoli su questo coniglietto deriva dalla linguistica, ovvero la disciplina che si dedica a studiare l’origine e le varie derivazioni delle parole e degli idiomi. In questo caso, per spiegare l’origine del coniglietto di Pasqua, si fa riferimento al tedesco antico e poi all’inglese, dove per indicare la Pasqua si usava una parola che derivava dal nome di dea sassone: Ostara o Eostre, (da cui ad esempio la parola inglese per indicare la Pasqua, proprio “easter) in base al fatto che il mese corrente si chiamava Eostremonat.

Questa dea pagana, che appariva sempre con al suo fianco una lepre, sarebbe tolta dalle tradizioni cristianesimo, ma la traccia dell’animale è rimasta e il suo posto sarebbe stato preso, nel tempo, dal coniglietto.

In particolare, questa leggenda parla di Beda il Venerabile, che nell’ottavo secolo scrisse che il culto era stato appena dimenticato e sostituito. Gli studiosi sono convinti che qualche popolo tedesco o anglosassone abbia mai adorato questa divinità.

Altri invece credono che più recenti prove archeologiche dimostrino che Beda non si era semplicemente inventato una dea da una parola.

In ogni caso, Beda il venerabile non parlò mai di lepri e alcuni studiosi hanno sostenuto che la dea Ostara, da cui deriva la festività della Pasqua, aveva sempre con sè un uccello che si trasformava in lepre, per giustificare la presenza delle uova.

In sostanza le lepri, e anche i conigli, sono per molti popoli simbolo di fertilità, così come le uova, altro simbolo pasquale per eccellenza.

La tradizione del coniglio pasquale che porta ai bimbi uova colorate deriva dalla Germania, e risulta essere presente già da fonti del 1500 ed esportata in america dagli immigrati tedeschi in Pennsylvania.

Focus su altre leggende metropolitane di Pasqua

La celebrazione della Pasqua ebraica – Pesach – e cristiana, non ha mai avuto nulla a che vedere con questa dea, e non c’è nessuna parentela etimologica (non si pronuncia nemmeno Easter). Uova e conigli non sono neanche suoi simboli.

La leggenda dell’albero delle oche

In alcune zone dell’Europa, a partire dal medioevo e fino a fine 800, si poteva scegliere se mangiare carne di oca durante il digiuno della quaresima senza per questo fare peccato. L’oca facciabianca era ritenuta alla stregua di un frutto di un albero e non un animale fatto di carne.

Inoltre, proprio perchè a volte si trovava del legno ricoperto da un tipo particolare di cirripedi, dei crostacei filtratori che vivono alla rinfusa, abbarbicandosi dove capita, la presenza e la forma di questi animali ricordava a molte popolazioni le oche e da allora si stabilì che da qualche parte nel mondo esistevano alberi che generavano oche adulte.

E dato che le oche nate dal legno non erano considerabili alla stregua di carne, erano ammesse durante il periodo pasquale, anche se per secoli la teologia ufficiale ha contestato la leggenda dell’albero delle oche, tanto che perfino Papa Innocenzo III nel 1215 ha emesso una bolla contro questa storia.

La leggenda della domesticazione dei conigli

Come sono stati ammaestrati, addomesticati i conigli è una storia dalle origini millenarie: Molte fonti, anche generalmente attendibili, parlano di un editto in proposito, realizzato da Papa Gregorio I: nel 600 il Papa aveva permesso il consumo di laurices – conigli appena nati – nel periodo della Quaresima, considerato nell’antichità anche un piatto prelibatissimo, trasformando un animale agile e aggressivo come il coniglio selvatico nel grasso e placido coniglio da allevamento addomesticato.