Roma, colto con 45 bancoposta. Cerca di corrompere poliziotti con 5mila euro: egiziano arrestato

L'egiziano, sorpreso con 45 bancoposta frutto di ricettazione, ha cercato di corrompere gli agenti con 5 mila euro in contanti

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Immagine di repertorio

Roma: la polizia di stato durante i servizi di pattugliamento nella Capitale e di prevenzione di truffe e reati predatori mette a segno 5 arresti in coordinamento con la procura capitolina.

L’egiziano, sorpreso con 45 bancoposta frutto di ricettazione, ha cercato di corrompere gli agenti con 5 mila euro in contanti

Spicca il caso del 39enne cittadino egiziano che è stato colto in possesso di 34 carte bancoposta e 33 ricevute d’acquisto che, colto sul fatto dagli agenti della Sezione Volanti durante una perquisizione personale in strada in via dei Quintili, al Tuscolano, ha cercato di corrompere i poliziotti offrendo loro denaro per essere lasciato libero di andare, proponendo di chiudere un occhio nei suoi confronti in cambio di 5580 euro in contanti.

Gli agenti hanno proceduto all’arresto e adesso il cittadino africano dovrà rispondere del reato di ricettazione ed istigazione alla corruzione, con l’aggravante che in seguito a casa dell’egiziano sono state trovate altre 11 carte bancoposta nella sua camera da letto e l’arresto è stato subito convalidato dall’Autorità Giudiziaria.

Un’altra persona è stata arrestata a Roma nord, sulla Cassia, dopo essere stato notato uscire da un palazzo con in mano due grossi candelabri in argento da un condominio della zona, unitamente a un prezioso quadro di Fabio Failla.

A quel punto gli agenti hanno arrestato in flagranza di reato un 26enne originario di Napoli, dopo averlo pedinato fino a piazzale Labicano: è stato ammanettato perchè gravemente sospettato di aver messo a segno una truffa ai danni du un anziana.

Scoperto il fatto, la vittima, una 92enne, lo ha riconosciuto e ha subito riavuto indietro il maltolto, affermando di essere lei la proprietaria degli oggetti rubati.

Anche gli agenti di polizia di via Casal Monferrato solo nell’ultimo mese, hanno visto l’esecuzione della stessa misura nei confronti di altre 4 persone ed alla denuncia di 2, per la stessa tipologia di reato. Al termine dell’udienza di convalida l’Autorità Giudiziaria ha convalidato la misura.

Gli agenti del Reparto Prevenzione Crimine hanno invece arrestato un algerino di 46 anni, gravemente indiziato del reato di rapina e minacce.

In particolare lo straniero ha tentato di sottrarre una borsa che apparteneva ad una donna incinta del nono mese, spintonandola.

A quel punto ha avuto inizio una colluttazione col compagno della donna, che aveva assistito alla scena. Lo scontro ha avuto termine solo grazie all’arrivo dei poliziotti, che sono riusciti a bloccare l’aggressore in fuga. In sede di giudizio direttissimo l’uomo è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione.

Proseguendo, nel corso di un periodico servizio ad “Alto Impatto” da parte degli agenti dell’XI Distretto San Paolo, unitamente agli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine e dell’U.P.G.S.P., per controllare zone specifiche del quartiere Marconi, è stato arrestato un georgiano di 40 anni per furto.

Nel dettaglio, l’uomo aveva sottratto diverse bottiglie di liquore da un supermercato di via Pacinotti, è stato però fermato dai poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine prima che riuscisse a fuggire. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma ha convalidato l’operato della Polizia di Stato. Nel corso del servizio sono stati controllati 93 veicoli e 146 persone, la Polizia Amministrativa ha  inoltre ispezionato 3 locali commerciali.

Infine, gli agenti del I Distretto Trevi Campo Marzio hanno arrestato un eritreo di 46 anni per rapina impropria. L’uomo ha tentato di rubare l’incasso giornaliero di una Clinica Veterinaria ma, scoperto, è stato inseguito da un dipendente, con il quale è scaturita una colluttazione violenta, conclusasi con l’arrivo degli agenti, che hanno bloccato l’uomo. L’arresto è stato convalidato con la misura dell’obbligo di firma alla Polizia Giudiziaria.

Come sempre in questi casi, ricordiamo ai nostri lettori che tutti gli indagati sono al momento da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase dei procedimenti, ovvero quella delle indagini preliminari, e fino ad una definitiva sentenza di colpevolezza, con le prove che si formano nel corso del processo.