Roma, è battaglia per il Discobolo. Ecco chi vince (per ora)

Il Discobolo non sarà per ora trasferito: la promessa, a tempo, del sovrintendente di Roma

Il Discobolo Lancellotti

No al trasferimento del Discobolo da Palazzo Massimo a Palazzo Altemps. Sono mesi che gli abitanti dell’Esquilino danno il loro aut aut: “Da qui il Discobolo non muoverà”. L’ultima protesta è andata in scena, ieri, la domenica delle Palme, davanti alla sede museale di largo di Villa Peretti. Poi, quasi inaspettatamente, la svolta.

Il Discobolo non sarà per ora trasferito: la promessa, a tempo, del sovrintendente di Roma

A tacitare la protesta è intervenuto il sovrintendente di Roma che ha annunciato che il Discobolo resterà a Palazzo Massimo per altri due anni. Un sollievo per i residenti, che almeno per ora hanno incassato la vittoria.

Ad annunciare il cambio di sede per il Discobolo – da Palazzo Massimo a Palazzo Altemps – era stata Stéphane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano, durante un seminario alle Scuderie del Quirinale dove il Discobolo Lancellotti è ospite d’onore per la mostra «Arte Liberata 1937-1947» in programma fino al 10 aprile.

Nel ripensamento delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano (Palazzo Massimo, Palazzo Altemps, Terme di Diocleziano, Crypta Balbi) e per proporre un discorso complessivo e coerenteaveva spiegato Vergerabbiamo pensato che Palazzo Altemps sia la sede più idonea per l’esposizione del Discobolo Lancellotti. Lì c’è la collezione dei marmi Boncompagni Ludovisi. Lì è  esposta la celeberrima Giunone Ludovisi, così amata da Goethe e Winckelmann. E per questo lì sarà congruente offrire ai visitatori un racconto del fenomeno della serialità delle copie romane del Discobolo di Mirone, ciascuna con un proprio autore e una propria diversa qualità e una differente versione”.

Motivazioni che non hanno affatto nemmeno scalfito gli abitanti dell’Esquilino.

La statua

La scultura è un’antica riproduzione romana in marmo del noto discobolo in bronzo di Mirone. Rinvenuta alla fine del Settecento all’Esquilino, ha fatto per anni parte della collezione privata della famiglia Lancellotti di cui conserva il nome. Dal 1953 è custodita a Palazzo Massimo alle Terme, conosciuto anche come Villa Massimo.