Roma, 7 anni di carcere al poliziotto che ha travolto e ucciso Simone Sperduti

Oltre ad avere la patente scaduta da anni, il 46enne poliziotto investitore era al volante della sua auto ubriaco e drogato

Roma: la vicenda dell’investimento mortale che è costato la vita al 19enne Simone Sperduti è arrivata ad una conclusione, con l’arrivo della sentenza che ha condannato a 7 anni di carcere Andrea Persi, l’ormai ex poliziotto della ferroviaria che lo scorso mese di agosto ha centrato in pieno il giovane (leggi qui).

Oltre ad avere la patente scaduta da anni, il 46enne poliziotto investitore era al volante della sua auto ubriaco e drogato

Confermato dalle indagini il fatto che Persi, 46enne, si era messo al volante della sua auto, una Opel Meriva, da ubriaco e sotto l’effetto di droga e anche con la patente scaduta da 4 anni, dal 2018 (leggi qui).

Uscendo di casa, all’altezza dello svincolo della Prenestina per il Raccordo Anulare, verso le 4.30, l’investitore ha falciato Sperduti, che era in sella al suo motorino Honda SH sulla via Prenestina, senza dargli scampo, impedendogli di andare da Centocelle, dove abitava, verso il suo posto di lavoro.

Spezzato anche il sogno del teenager di diventare presto un pompiere, come lo era suo padre.

Avendo i riflessi annebbiati dall’alcol non ha visto che Simone lo aveva superato pssandogli davanti e lo ha ucciso, poco prima di compiere 20 anni, e nelle settimane successive, dal funerale in poi (leggi qui), il cordoglio per la sua scomparsa è stato enorme, con il caso che ha suscitato grande clamore.

Ha trovato dunque compimento l’accusa all’allora agente di polizia, di omicidio stradale, con le inutili scuse postume di Persi che ha più volte detto, in seguito, “Dovevo Morire io” (leggi qui).

Oltre al carcere, per il 46enne sono stati disposti altri provvedimanti: una sanzione provvisionale di 150mila euro da versare alle parti civili, ai genitori e alla sorella di Sperduti, devastati dalla sofferenza, oltre alla perpetua interdizione dai pubblici uffici, all’interdizione legale e alla revoca della patente di guida.

Si era ad agosto inoltrato, ma non è certo cambiata nei mesi la scia di sangue che ha investito la Capitale ed il suo hinterland, con incidenti mortali o comunque gravi che si sono succeduti nel tempo a intervalli quasi quotidiani, basti ricordare, ad esempio, quelli devastanti di Fonte Nuova, dove sono morti recentemente 5 ragazzi, (leggi qui) e quello dove è stato ucciso un pedone classe 1993 a Tor Bella Monaca, dopo l’impatto con un Suv (leggi qui).

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