Metromare, il “nuovo” treno revisionato va in panchina: è guasto e ci piove dentro

Un misterioso guasto tecnico manda k.o. il "Principe Azzurro", il primo treno Caf revisionato, da qualche giorno in servizio sulla ex Roma-Lido

Fonte Pagina Facebook "Comitato Pendolari Roma - Il Trenino"

Per usare una metafora calcistica, potremmo dire che è già un flop clamoroso il “nuovo-vecchio” treno Caf revisionato, destinato alla Metromare: va già in panchina. Il convoglio, presentato con tutti gli onori ed annunciato già ad inizio novembre scorso (leggi qui) era andato poi effettivamente in servizio solo qualche settimana dopo. In quell’occasione, con tanto di sberleffi dei pendolari al suo passaggio, un problema alla linea elettrica ne aveva immediatamente limitato l’efficienza (leggi qui).

Un misterioso guasto tecnico manda k.o. il “Principe Azzurro”, il primo treno Caf revisionato, da qualche giorno in servizio sulla ex Roma-Lido

La ciliegina sulla torta, per quello che ironicamente i social e il comitato pendolari Roma-Lido già ribattezzano da tempo come il “Prinicipe Azzurro”, vista la tinta blu cobalto con cui è stato riverniciato, c’è stata nel pomeriggio di oggi, mercoledì 7 dicembre.

Proprio oggi, infatti, molti utenti su Facebook hanno scritto facendo notare come il treno in questione sia andato k.o. già verso le 14.45, con tanti commenti non certo teneri degli utenti. Molti ancora non sono mai saliti a bordo e lo vedono quasi come una “figura mitologica” all’interno della Capitale.

Metromare, il "nuovo" treno revisionato va in panchina: è guasto e ci piove dentro 1
Il “Principe Azzurro”, ovvero il primo “nuovo” treno Caf Revisionato, viene immortalato su un binario della stazione di Roma Porta San Paolo dopo il guasto che lo ha mandato in panne nel pomeriggio del 7 dicembre

E, per giunta, come potete vedere dalla foto di copertina, all’inizio di questo articolo, qualche frequentatore ha dimostrato che ci piove pure dentro, in un periodo dove il maltempo ha imperversato a tutte le latitudini (leggi qui).

Già lo scorso 25 novembre c’erano state delle performance negative da parte del “Principe Azzurro” (leggi qui) poi diversi giorni in cui, bontà sua, ha lavorato a pieno regime.

Tutto questo fino al tracollo del pomeriggio di mercoledì, dove, per un guasto tecnico la cui natura è ancora da accertare, il convoglio è stato “adagiato” in un binario di Roma Porta San Paolo (Piramide) e subito dopo, a pochi minuti dalle 15 sono partiti i primi annunci che avvisavano il popolo dei pendolari che “Il Principe” non sarebbe più ripartito e che andava in manutenzione.

In un post della tarda serata di mercoledì, volutamente ironico, il Comitato Pendolari della Roma-Lido scrive quanto segue: “E come tutte le belle favole, anche questa è durata poco, il nostro bel principe azzurro, dopo poche ore di servizio ci ha abbandonato su una banchina triste e solitaria di Porta San Paolo”.

Amarissimo dunque il destino dei pendolari e dell’unico treno che fino ad ora che ha superato la revisione generale.

Roberto Spigai, che del comitato pendolari Roma-Lido è portavoce, prima del tragicomico “infortunio” aveva detto quanto segue, commentando il percorso tortuoso del treno in questione: “In pratica il ‘Principe Azzurro’ rientra(va) in servizio ‘reale’ da oggi 7 dicembre. Prima è stato solo fatto apparire per due giorni a fine novembre, per poter dare l’occasione a Cotral di far vedere (a favore di stampa) che qualcosa stava cambiando si disastro della carenza di treni affidabili sulla Lido. Se si calcola che fu tolto dalla linea , per andare in Revisione generale a Pistoia (società Alstom con soldi del Governo del 2017, dati a Roma Capitale con Convenzione col Ministero infrastrutture del 2019 e appalto gestito da Atac) il 12 dicembre 2021… ci è voluto un anno!“.

Il tutto a pochi giorni dalla vana protesta dei pendolari davanti al Campidoglio (leggi qui), sabato scorso, 3 dicembre.

E in una fase estremamente critica, dove, oltretutto, era emerso che c’è stata negli ultimi giorni una pioggia sospetta di certificati medici presentati da macchinisti e capi treno in servizio sulla tratta, che potrebbe creare un pericoloso “buco” nell’organico dei dipendenti della Metromare (leggi qui).

L’odissea è dunque ancora lunga per i malcapitati frequentatori della tratta ferroviaria, e chissà se le manifestazioni di protesta programmate da tempo (leggi qui) serviranno a sbloccare la situazione di agonia che i cittadini vivono ogni giorno.

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