Confische a Ostia, la Cassazione: “Dati utilizzati in violazione di legge”

Pesante atto d’accusa della Corte di Cassazione contro la Corte d’Appello che ha respinto alcuni ricorsi per confisca di beni a persone ingiustamente accusate di essere affiliate al clan Spada

Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza della Cassazione che accoglie il riesame dei ricorsi presentati da persone ritenute affiliate al clan Spada. E si scoprono pesanti atti d’accusa da parte dei magistrati dell’alta corte contro i colleghi della Corte d’Appello che avevano respinto i ricorsi (leggi qui).

Pesante atto d’accusa della Corte di Cassazione contro la Corte d’Appello che ha respinto alcuni ricorsi per confisca di beni a persone ingiustamente accusate di essere affiliate al clan Spada

Il procedimento riguarda le confische effettuate al clan Spada e a quelli che sono ritenuti alcuni degli affiliati. Ed è lo stesso che ha visto coinvolti i titolari dell’autosalone Gamma, vittima di un clamoroso errore giudiziario e di un calvario durato re anni (leggi qui). Oltre a Ottavio, Roberto e Simone Spada, in quelle indagini, sono stati coinvolti, per aspetti diversi tra loro, anche altri soggetti. Tra questi i coniugi Roberto Zanchelli ed Elisa Maggini e l’imprenditrice cinese Yongzhu Qiu.

Zanchelli Roberto e la consorte Maggini Elisa hanno chiesto (avv. Giovanna Cantoni) la revoca della confisca del 50% delle quote di due società: la STA (Sport, Trade & Amusement) e la Videomatic di Zampelli Roberto con le attività di sale giochi (rispettivamente in via Capo Palinuro e via Alessandro Piola Caselli) e i beni aziendali, un’auto Mercedes e due furgoni Ford Transit. Il 16 settembre 2021 il ricorso è stato respinto dalla Corte d’Appello Sezione Quarta penale Misure di prevenzione.

La corte di Cassazione Sezione Quinta Penale (Presidente Stefano Palla, Relatore Paola Borrelli) nell’udienza del 13 luglio scorso ha deciso di restituire il ricorso ad altra sezione della Corte d’Appello di Roma per il suo riesame. E nella sentenza i giudici sono assai severi nei confronti dei loro colleghi che hanno operato la sottrazione dell’azienda ai legittimi proprietari: “la motivazione che ha giustificato la confisca delle società siccome riferibili ai proposti reca alcuni errori in diritto e fonda su affermazioni apodittiche” con un “vizio motivazionale radicale… fondato o su dati utilizzati in violazione di legge ovvero su elementi di tale equivocità da minare in radice il costrutto giustificativo”. In poche parole i giudici nel procedere alla confisca per infiltrazioni del clan Spada, si sono limitati alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia del gruppo rivale senza procedere nei dovuti riscontri. Sarebbe stata violata così la norma per la quale “è illegittima l’applicazione della misura di prevenzione (nella specie sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e confisca di beni) qualora la prognosi di pericolosità qualificata del proposto sia fondata su dichiarazioni accusatorie indirette, rese in violazione della disposizione innanzi citata, non essendo la fonte conoscitiva delle stesse identificata né identificabile”.

Inoltre, il peso delle informazioni ricevute dai pentiti, “avrebbe imposto una maggiore precisione nella collocazione temporale delle notizie fornite per dare corpo ad una motivazione effettiva delle ragioni della confisca.”

In un altro passaggio della sentenza si ribadisce che “si tratta, con tutta evidenza, ancora una volta di un vuoto motivazionale che inficia un tassello dimostrativo particolarmente valorizzato dalla Corte territoriale ai fini della confisca.”

La Cassazione ha bacchettato i giudici che hanno respinto il ricorso anche nel caso della cittadina Yongzhu Qiu (avv. Domenico Stamato), proprietaria del 59% della società “Mgiochi srl” che gestiva una sala giochi di via Casana. La materia è estremamente tecnica e riguarda essenzialmente la sofistica ma non sostanziale differenza tra “legale rappresentante” della ditta e “legittima proprietaria.  “Ne consegue – concludono i giudici – che il provvedimento impugnato va annullato anche in questa parte, mandando la Corte di appello di vagliare l’appello della Qiu”.

Ostia, “Nessun rapporto con gli Spada”: la Corte d’Appello restituisce la Gamma Auto ai concessionari, estranei al clan