L’assessore D’Amato condannato dalla Corte dei Conti: altra bomba sul Pd

La condanna dell'assessore riguarda dei contributi regionali stanziati più di dieci anni fa. Lui: "Denuncerò e farò appello"

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Alessio D'Amato

La Corte dei Conti condanna l’assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato a risarcire 275mila euro di contributi regionali. Il processo, celebrato davanti la Corte dei Conti, riguardava uno spostamento di denaro avvenuto oltre 15 anni fa, tra il 2005 e il 2008.

La condanna dell’assessore riguarda dei contributi regionali stanziati più di 15 anni fa. Lui: “Denuncerò e farò appello”

D’Amato, infatti, aveva ricevuto 275mila euro di fondi regionali per la Fondazione Italia Amazzonia Onlus, di cui era presidente, ma – secondo i giudici della Corte dei Conti – quei soldi sarebbero stati usati non per l’associazione, ma a fini politici. I fondi, sempre secondo la sentenza di primo grado, sarebbero stati dirottati verso l’associazione Rosso Verde, che promuoveva D’Amato come consigliere regionale.

Dopo quello dell’ex capo di Gabinetto di Gualtieri, Albino Ruberti con la “cena delle minacce” a Frosinone, un nuovo scandalo così scuote il Pd che regna in Campidoglio e alla Pisana (leggi qui).

La sentenza è arrivata a 23 giorni dalle elezioni politiche e l’assessore, stimato per il lavoro svolto sul fronte Covid, si è risentito annunciando denunce.

Apprendo dalla stampa, a cui è stata trasmessa prima che alle parti, della sentenza emessa dal collegio presieduto da presidente Tommaso Miele. La ritengo ingiusta ed ingiustificata e contro la quale sarà depositato immediatamente l’appello da parte degli avvocati Angelo Piazza e Gennaro Terracciano“, fa sapere D’Amato.

Che aggiunge: “Mi considero totalmente estraneo ai fatti risalenti ad oltre 15 anni fa, senza che peraltro sia stata fornita prova alcuna di un atto o fatto da me compiuto, rilevo che nonostante la procura regionale della Corte dei Conti per ben tre volte avesse aderito alle richieste procedurali dei miei difensori per ben tre volte e con motivazioni infondate e sorprendenti sono state respinte con verbali che non corrispondono all’effettivo svolgimento del giudizio”.

“Per questo motivo – annuncia D’Amato – sarà depositato un dettagliato esposto al consiglio di presidenza della Corte dei Conti e una denuncia per falso ideologico alla Procura della Repubblica di Roma”.

Sono assolutamente sereno e fiducioso nel giudizio di appello e continuo il mio lavoro al servizio dei cittadini“, conclude l’assessore escludendo dimissioni.

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