Piano arenili, il Campidoglio ridurrà gli stabilimenti da 70 a 25

Il piano arenili rappresenta il primo passaggio verso il percorso per giungere all'approvazione del nuovo regolamento che permetterà la messa a gara delle concessioni ed il recupero del litorale

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La Giunta di Roma Capitale ha approvato ieri, 2 agosto, la Delibera di adozione preliminare del Piano di Utilizzazione Arenili di Roma. In buona sostanza il Campidoglio ridurrà gli stabilimenti da 70 a 25.

Il piano arenili rappresenta il primo passaggio verso il percorso per giungere all’approvazione del nuovo regolamento che permetterà la messa a gara delle concessioni ed il recupero del litorale

Si tratta del primo passaggio nel percorso per arrivare all’approvazione del nuovo regolamento che permetterà la messa a gara delle concessioni ed il recupero del litorale.

Il Piano, adesso, passerà dall’Assemblea Capitolina per poi essere sottoposto alla Valutazione ambientale strategica della Regione e ad un percorso partecipativo in cui saranno coinvolti cittadini, associazioni e imprenditori balneari.

Rispetto alla proposta della precedente Amministrazione Capitolina, con il nuovo Piano di Utilizzazione degli Arenili: viene eliminata la passeggiata lineare a ridosso del bagnasciuga, perché questa, seppur formalmente destinata al libero passaggio, impediva la corretta fruizione di larghi tratti di arenile persino in prossimità delle spiagge libere, ad esempio con il divieto di posizionare asciugamani e sdraie.

Viene pertanto ridotto il numero degli stabilimenti balneari da preservare per favorire un pieno recupero del litorale, mentre si prevede il recupero degli edifici vincolati che saranno liberamente accessibili.

Contestualmente viene imposto un apposito disciplinare per garantire la qualità degli stabilimenti con vincoli prescrittivi su materiali, arredi, altezze; si introducono criteri per garantire la visibilità della linea di costa e la piena accessibilità al mare; si riducono le concessioni a 25 rendendo più omogenea la distribuzione della spiaggia libera anche nella parte urbanizzata del litorale.

Per quanto riguarda la spiaggia libera, il Piano di Utilizzo degli Arenili – PUA – è pienamente conforme alle prescrizioni regionali, anzi le supera: non solo oltre il 50% del litorale è dedicato alle spiagge libere (con Castelporziano si arriva a circa il 65%) ma oltre un terzo di queste è previsto nell’area urbana. Inoltre anche nelle spiagge libere i concessionari dovranno garantire pulizia, servizi igienici e di salvataggio.

I varchi da lasciare liberi per l’accesso al litorale sono garantiti e hanno una distanza massima di 300 metri, con una ampiezza minima per l’accesso di 3 metri.

Confrontandola alla proposta della precedente Amministrazione, il PUA prevede una consistente revisione del sistema di utilizzazione delle spiagge con l’introduzione di Sub-Ambiti di attuazione che oltre a favorire anche per le imprese medio piccole la partecipazione all’assegnazione, permette la ridistribuzione in modo regolare in tutto il litorale della libera fruizione di spiagge libere e spiagge libere con servizi.

Nel dettaglio, grande attenzione è infine riservata allo sviluppo sostenibile del turismo e all’accessibilità al mare per tutti. È prevista, infatti, la realizzazione di strutture balneari con ricorso a tecniche, anche sperimentali, di bioarchitettura e all’uso di materiali eco-compatibili, al fine di preservare l’ecosistema e l’abbattimento delle barriere architettoniche in ogni stabilimento, uno dei quali dovrà essere totalmente accessibile alle persone con disabilità più gravi, con passerelle in legno sia verso i servizi essenziali che verso la battigia e gli ombrelloni.

Il Piano di Utilizzazione degli Arenili – PUA di Roma è il regolamento diretto a promuovere e sostenere la riqualificazione ambientale delle Aree Demaniali Marittime del territorio costiero del litorale romano.

Si punta a riqualificare i tratti di costa che versano in stato di degrado, garantendo contestualmente il diritto all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico, nonché l’utilizzo eco-compatibile in termini di sviluppo turistico, ricreativo e sportivo delle suddette aree.

Rispetto alla proposta dalla precedente Amministrazione, Roma Capitale ha predisposto questa nuova versione aggiornata e in grado di facilitare un’attuazione più efficace degli obiettivi del PUA, tenendo conto degli aggiornamenti normativi, dell’introduzione del PUAR (Piano Utilizzazione Arenili Regionale) approvato nel 2021 e soprattutto, garantendo una effettiva soddisfazione dei principali obiettivi di interesse pubblico, in particolare:

  • la dotazione di spiagge di libera fruizione
  • l’accessibilità al mare
  • la liberazione della visuale dal “lungomuro”
  • l’attenzione alla riqualificazione e rigenerazione degli stabilimenti

Queste le tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime

stabilimenti balneari, consistenti in Aree Demaniali Marittime attrezzate per la balneazione ed assentite in concessione per il preposizionamento di attrezzature balneari, caratterizzate dalla presenza di un punto di ristoro, cabine e/o spogliatoi, servizi igienici;

spiagge libere con servizi, consistenti in Aree Demaniali Marittime di libera fruizione gestite dai Comuni, nelle quali gli stessi assicurano il servizio di assistenza, di pulizia, di salvataggio e i servizi igienici attraverso Convenzioni, anche a titolo oneroso di cui all’art. 7.

spiagge libere, consistenti in Aree Demaniali Marittime di libera fruizione, nelle quali i Comuni possono assicurare i servizi di assistenza, pulizia e salvataggio, nonché i servizi igienici anche attraverso le Convenzioni di cui all’art. 7, c. 1, lett. b) del Regolamento Regione Lazio n. 19/2016.

Così facendo si promuove la realizzazione di strutture balneari con ricorso a tecniche, anche sperimentali, di bioarchitettura e all’uso di materiali eco-compatibili, al fine di perseguire lo sviluppo sostenibile del turismo e di preservare l’ecosistema. Promuove, inoltre, il risparmio delle risorse idriche ed energetiche mediante il contenimento dei consumi idrici attraverso opportune tecnologie (temporizzatori, riduttori di getto, ecc.); la realizzazione di impianti per il recupero e ricircolo delle acque delle docce; l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (esclusivamente per l’autoconsumo della struttura), l’installazione di sistemi di illuminazione a risparmio energetico (tecnologia Led) e l’annullamento dei fenomeni di inquinamento luminoso.

Una particolare attenzione è riservata all’accessibilità al mare per tutti: è previsto, infatti, l’abbattimento delle barriere architettoniche in ogni stabilimento e la realizzazione di uno stabilimento che dovrà essere totalmente accessibile alle persone con disabilità più gravi, con passerelle in legno verso i servizi essenziali, la battigia e gli ombrelloni.

Questi gli stabilimenti balneari di valore storico-architettonico

Viene inoltre confermata la previsione di riqualificazione degli Edifici Balneari Storici con valore architettonico, si riduce il numero degli edifici balneari da preservare, per favorire un pieno recupero del litorale, mentre si prevede il recupero degli edifici vincolati che saranno liberamente accessibili.

In particolare, gli Edifici balneari storici con valore architettonico sono i seguenti:

  • Lido (primo Progetto dell’ing. G. B. Milani – data 1924)
  • Capanno (Progetto dell’arch. L.Moretti – data 1937)
  • Plinius (Progetto dell’arch. L.Botti – data 1933)
  • Belsito (Progetto dell’arch. G.Perez Bonsignore – data 1949)
  • Lega Navale (Progetto dell’ing.C.Giovannetti – data 1937)
  • Kursaal (Progetto dell’arch. A Lapadula – data 1950)
  • Vecchia Pineta (Progetto dell’arch. V.Vallot & Ing.G.Sicher – data 1933)

Viene invece eliminata la categoria degli Edifici balneari con valore testimoniale al fine di favorire una redistribuzione dei servizi in modo più omogeneo e meno invasivo, e una flessibilità nella riconfigurazione delle parti costruite.

Infine, rispetto alla proposta della precedente Amministrazione, Roma Capitale prevede una consistente revisione del sistema di utilizzazione delle spiagge con l’introduzione di Sub-Ambiti di attuazione.

Questi ultimi sono fattispecie particolari per cui, nel rispetto delle relazioni fisiche, morfologiche, relazionali e del contesto territoriale e paesaggistico, rappresentano l’unità minima d’intervento per la progettazione e per il rilascio delle concessioni demaniali che passano dalle attuali 71 a 25.

La creazione di “Sub-Ambiti” nasce dalla volontà di vincolare e garantire una più equa distribuzione dei servizi e degli obiettivi ambientali di fruizione. L’introduzione dei Sub-Ambiti, oltre a favorire tratti di concessione più limitati che consentono anche a imprese medio piccole di partecipare all’assegnazione, permette la ridistribuzione in modo regolare in tutto il litorale della libera fruizione di spiagge libere e spiagge libere con servizi.

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Rapporto Legambiente: “Troppi stabilimenti, poche spiagge libere”