Roma, turista inglese fa il bagno nella fontana della Barcaccia: multa di 500 euro

Non è stata risparmiata dall'inciviltà del turista britannico neppure la celebre fontana situata nelle vicinanze della celebre scalinata di Trinità dei Monti

Roma: proseguono senza sosta gli interventi da parte della Polizia Locale per far rispettare le regole poste a salvaguardia dei luoghi e dei monumenti di grande valore storico e artistico- monumentale.

Non è stata risparmiata dall’inciviltà del turista britannico neppure la celebre fontana della Barcaccia situata nelle vicinanze della celebre scalinata di Trinità dei Monti

Ieri pomeriggio, sabato 23 luglio, sono stati  gli agenti del GSSU (Gruppo Sicurezza Sociale Urbana), in servizio di vigilanza nella zona, ad intervenire, intorno alle 15,  per fermare un uomo, intento ad immergere i piedi  nella fontana della Barcaccia, a Piazza di Spagna, vero simbolo eterno della dolce vita nel cuore del centro storico della Città eterna.

Il cittadino, inglese di 42 anni, è stato subito bloccato dalla pattuglia e, una volta terminate le procedure di identificazione,  è stato elevato un verbale per un importo di sanzioni pari a 500 euro unitamente alla misura del Daspo urbano.

Con l’avvento dell’estate ormai piena e le temperature roventi, torna di moda fare il bagno nelle fontane più celebri della Capitale, come avevamo documentato più volte nel corso dell’anno, vedi i casi di Piazza Navona alla fontana del Nettuno (leggi qui) e piazza Barberini, alla fontana del Tritone (leggi qui), oltre a quella del Tirreno, all’altare della Patria (leggi qui).

Focus sulla fontana della Barcaccia

La celebre fontana della Barcaccia, situata ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti, venne realizzata nel 1610 a seguito del progetto del nuovo acquedotto dell’Acqua Paola, che non aveva fatto passare in secondo piano i due costruiti qualche anno prima (l’Acqua Vergine nel 1570 e l’Acqua Felice nel 1587), e la possibilità di erigere altre fontane sulle loro diramazioni che intanto venivano costruite per una distribuzione idrica più capillare sull’intera città.

Effettivamente già nel 1570 un documento della Congregazione sopra le fonti aveva individuato «il loco del aquedotto sotto la Trinità» come sito per la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto dell’Acqua Vergine, ma la bassa pressione aveva costretto a rinunciare al progetto, e al posto della fontana fu costruita, come riserva idrica, una cisterna, oggi scomparsa, di cui rimane traccia nella toponomastica locale (vicolo del Bottino, oltre alla più nota via dei Condotti).[2]

Papa Urbano VIII incaricò Pietro Bernini, che già lavorava all’ampliamento dell’acquedotto stesso, di realizzare una fontana nella piazza sottostante la chiesa della Trinità dei Monti che allora, in mancanza della scalinata, sorgeva sul bordo di una scarpata. L’opera fu completata nel 1629, e il Bernini fu aiutato anche dal figlio Gian Lorenzo, che probabilmente la completò alla morte del padre.

La sua realizzazione comportò il superamento di alcune difficoltà tecniche, dovute alla perdurante bassa pressione dell’acquedotto dell’Acqua Vergine in quel particolare luogo, che non permetteva la creazione di zampilli o cascatelle.

Il Bernini tuttavia risolse l’inconveniente ideando la fontana a forma di barca semisommersa in una vasca ovale posta leggermente al di sotto del piano stradale, con prua e poppa, di forma identica, molto rialzate rispetto ai bordi laterali più bassi, appena sopra il livello del bacino.

Al centro della barca un corto balaustro sorregge una piccola vasca oblunga, più bassa delle estremità di poppa e prua, dalla quale fuoriesce uno zampillo d’acqua che, riempita la vasca, cade all’interno della barca per tracimare poi, dai bordi laterali bassi e svasati, nel bacino sottostante. L’acqua sgorga da altri sei punti (tre a poppa e tre a prua): due sculture a forma di sole con volto umano, che gettano acqua verso altrettante conche all’interno dell’imbarcazione, e quattro fori circolari (due per parte) rivolti verso l’esterno, simili a bocche di cannone. Oltre ai due soli, completano le decorazioni due stemmi pontifici, con la tiara e le api simbolo araldico della famiglia del pontefice (i Barberini) alle estremità esterne della barca, tra le due bocche di cannone.

Era la prima volta che una fontana veniva concepita interamente come un’opera scultorea, allontanandosi dai canoni dellaportiani della classica vasca dalle forme geometriche.

Secondo una versione popolare molto accreditata, la sua particolare forma potrebbe essere stata ispirata dalla presenza sulla piazza di una barca in secca, portata fin lì dalla piena del Tevere del 1598 (nel cui ricordo il papa potrebbe aver commissionato l’opera), ma si è anche avanzata l’ipotesi che quel luogo fosse anticamente utilizzato come piccola naumachia. In entrambi i casi il nome «barcaccia» richiama una vecchia imbarcazione prossima all’affondamento. Più verosimilmente, era chiamata «barcaccia» quel tipo di imbarcazione che, nell’antica Roma, veniva usata per il trasporto fluviale di botti di vino, e che, molto simile all’opera berniniana, aveva appunto le fiancate particolarmente basse per facilitare l’imbarco e lo sbarco delle botti stesse.

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