Passoscuro, tragedia in spiaggia: polemiche sul pronto intervento

Muore annegato mentre stava facendo il bagno. Polemiche sul pronto intervento

Drammatica giornata di mare a Passoscuro dove un uomo di 50 anni dell’Ecuador è morto annegato. E scoppiano le polemiche per l’organizzazione del pronto intervento sanitario.

Un uomo muore annegato mentre stava facendo il bagno. Polemiche sul pronto intervento

Secondo una prima ricostruzione i fatti sono avvenuti nel primo pomeriggio di oggi, mercoledì 29 giugno. La giornata festiva di Roma per i santi patroni Pietro e Paolo ha riversato sul litorale decine di migliaia di bagnanti affollando le spiagge anche del comune di Fiumicino.

Il 50enne, in spiaggia in uno stabilimento sul lungomare di via Carbonia, si sarebbe tuffato in acqua nonostante ci fosse bandiera rossa per mare mosso e forte vento. Improvvisamente data la corrente si è trovato in difficioltà e non è più riuscito a tornare a riva. Ogni tentativo di rianimazione è stato vano. E quando sul posto è giunta l’eliambulanza dell’Ares 118, era troppo tardi.

Il vice commissario della Lega per il Comune di Fiumicino, Stefano Calandra, ha sollevato interrogativi sull’efficacia del pronto intervento sanitario nella zona di Passoscuro. “Oggi piangiamo ancora una vittima in spiaggia: è intollerabile. Un uomo si è sentito male nel primo pomeriggio, ma i soccorsi non hanno potuto fare più di tanto. Seppur intervenuti con grande professionalità, partono da lontano e spesso si trovano davanti al fatto compiuto. Sarebbe servita un’ambulanza e un posto di primo soccorso abilitato ad intervenire, ma Passoscuro non ha nulla”.

“E’ inaccettabile questo abbandono. E pensare che 30 anni fa a Passoscuro avevamo un presidio, in via Torralba. Siamo andati indietro invece che in avanti. Passoscuro non merita questo trattamento, e andare al mare deve essere un momento di gioia e rilassamento, non una scommessa con la morte.

Una parziale soluzione potrebbe essere quella di avere delle moto d’acqua mediche pronte ad intervenire in questo tratto di costa, così come accade nella riviera romagnola. Non basta usare i pattini degli operatori di salvataggio, servono mezzi più efficaci e personale medico. Gli stabilimenti sono pronti a mettere in campo una piccola rimessa in acqua, con le boe a corridoio, per permettere il passaggio di questo tipo di mezzi di soccorso”.