Non sono solo canzonette. Al X Municipio, in diretta streaming, va in scena la discriminazione: “Bella ciao” ha diritto di appartenenza, l’Inno nazionale no. E i problemi della città possono aspettare fuori dall’aula.
In aula il Pd canta “Bella ciao” e Monica Picca (Lega) risponde con l’Inno nazionale. La presidentessa dem toglie la “parola” e sospende il Consiglio
E’ il siparietto che ha animato l’assemblea municipale di giovedì 28 aprile ed al quale hanno potuto assistere gli spettatori in diretta streaming dall’aula “Massimo Di Somma” del Palazzo del Governatorato. In apertura di seduta, quando ormai quasi tutti i consiglieri erano al loro posto e la presidentessa dell’assemblea Paola Pau (Pd) ha dichiarato aperti i lavori, i consiglieri dem hanno intonato a cappella la canzone “Bella ciao”. Erano trascorsi pochi giorni dalla Festa della Liberazione del 25 aprile e, evidentemente, lo schieramento di sinistra ha voluto riaffermare la sua scolorita identità nell’area “partigiana”.
Terminata la prima strofa, è stata la volta della capogruppo della Lega, Monica Picca, ribadire il suo spirito patriottico, alzandosi in piedi e intonando l’Inno nazionale.
A quel punto, senza concedere il diritto di concludere la prima strofa, la presidentessa dell’assemblea Pau, che aveva partecipato al coro Pd cantando in piedi anche lei, ha tradotto la sua “partigianeria” nel contestare la consigliera della Lega con un “Non mi pare opportuno”. “Il Consiglio è sospeso – ha tuonato Pau – Cantate fuori”. E, così, i problemi del litorale romano possono aspettare tra partigianerie e momenti di poco artistiche aspirazioni canore.
Ovviamente la ripresa è stata immortalata in un post diffuso sui social che sta riscuotendo commenti pepati ma anche indignati. Il senso è: “Con tanti problemi che attanagliano il litorale e i quartieri dell’entroterra, questi si pensano di stare al Festival di Sanremo?“.
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