Stagione balneare al via ma le spiagge libere non sono pronte. Tra promesse mancate e trappole del suo stesso partito, il presidente del X Municipio ad un bivio
Una cosa è certa: non c’è certezza sul regolare avvio della stagione balneare per le spiagge libere di Ostia. La più importante delega decentrata della quale beneficia il X Municipio (il Litorale oltre al Verde pubblico), è messa in discussione. E Mario Falconi, presidente del Parlamentino ostiense che ha investito la sua credibilità per battere il centrodestra nella riconquista del X Municipio, rischia di perdere i nervi.
All’inizio della stagione balneare manca una manciata di giorni. Il 1° maggio gli stabilimenti balneari, salvo le scandalose eccezioni raccontate in questo servizio, saranno pronti ad accogliere i bagnanti. Non succederà altrettanto sulla quasi totalità delle spiagge libere. Il bando per assicurare il salvamento con un minimo di servizi (leggi qui) è andato deserto per cinque noni: solo quattro spiagge libere urbane avranno il marinaio in postazione fin dal 1° maggio tutti i giorni. Per gli altri arenili pubblici urbani, quelli di Ponente, si prenderà tempo fino al 15 maggio: la scusa sono i “lavori in corso” ma in realtà si cerca la collaborazione dei privati dopo aver lanciato un bando risultato antieconomico (leggi qui).
Resta tutta da definire l’assistenza bagnanti ai Cancelli di Castelporziano: su quella che è la spiaggia libera attrezzata più vasta d’Europa si lavora per un accordo con i gestori di quei chioschi tanto disprezzati dagli esponenti del Pd dei tempi di Sabella ed Esposito. E pensare che dal palazzo del Governatorato si era tentato anche di cancellare l’unica attività di quella spiaggia assicura il servizio completo gratuitamente, il Bud Beach 8 (leggi qui) Per la salvaguardia in mare a Capocotta, l’intesa ormai è fatta: si userà il modello che va avanti dal 1999, proroga dopo proroga.
Resta in alto mare anche l’individuazione della spiaggia per i cani (leggi qui). Dopo la sollevazione dei possessori di pelosetti sulla cancellazione della fido beach di lungomare Duca degli Abruzzi (vedi l’intervista), il presidente Falconi si dichiara disposto a fare marcia indietro: le spiagge per i cani saranno due, una al Cancello Zero di Castelporziano e l’altra su un arenile urbano ancora da indicare.
Dopo il clamoroso ritardo del Piano Freddo (leggi qui) e superati i primi 100 giorni da dimenticare (leggi qui), l’amministrazione del X Municipio con l’avvio della stagione balneare si prepara a fallire un altro appuntamento. Un tema che Falconi ha affrontato con una sfida provocatoria: “Rimetto le deleghe del litorale al Campidoglio”.
Ora, stimiamo profondamente Mario Falconi come persona e come professionista della sanità. Sul piano politico, però, la sua uscita è emblematica di una situazione vergognosa. Falconi ed il suo sindaco Roberto Gualtieri, hanno carpito la fiducia e quindi il voto degli elettori del litorale romano promettendo uno statuto speciale che incrementasse le materie delegate e quindi il decentramento. A cinque mesi da quelle elezioni, a quegli stessi elettori viene detto che si era scherzato e che non solo il decentramento amministrativo non farà passi avanti ma che addirittura la delega più pesante per la gestione delle specificità territoriali, quella sulle spiagge, verrà restituita.
Sul piano politico questo passo significa un ritorno indietro di 32 anni: era il 1990 quando un certo Marco Pannella, politico di statura internazionale prestato per 100 giorni alla guida della circoscrizione di Ostia, ottenne un regolamento speciale basato proprio sulla delega delle specificità territoriali e quindi della cura del Litorale e del Verde. Cento giorni di segno diametralmente opposto tra quelli di Pannella e quelli di Falconi, verrebbe da ironizzare.
In tutto questo c’è un rovescio della medaglia inconfessabile. Conosciamo bene il rigore morale e l’onestà intellettuale di Mario Falconi e sappiamo che da qualche settimana medita le dimissioni. La rinuncia del mandato, confessata agli amici più intimi e pure accennata in riunioni di partito, sarebbe l’unica via d’uscita rispetto all’integrità dell’uomo è c’è chi, vedendo in questa scelta un “vantaggio” per i maggiorenti del Pd, soffia sul fuoco. A Roma, infatti, c’è chi spera che quelle dimissioni arrivino davvero per “commissariare” il litorale e gestire quello che si prospetta il business più importante del secolo: entro la fine del 2023, infatti, l’amministrazione dovrà rimettere in discussione tutte le concessioni demaniali (leggi qui). Dovranno essere fatte le gare d’appalto per l’assegnazione degli stabilimenti balneari e, ovviamente, più di qualcuno a Roma mira a gestire quel business. Ed è facile capire perché prima di quella data non un passo in più, anzi al contrario, sarà fatto da Roma per risolvere i problemi delle spiagge.