Lazio, al via i test genomici gratuiti per prevenire il carcinoma mammario

Una importante iniziativa di screening parte oggi, con all'opera le 16 "Breast Unit" della Regione

Al via da oggi, 16 marzo, una importante iniziativa di prevenzione nel Lazio. Aperto infatti l’accesso ai test genomici per il carcinoma mammario femminile.

Un’importante iniziativa di screening parte oggi, con all’opera le 16 “Breast Unit” della Regione

Oggi in Consiglio regionale è stato fatto un’ importante annuncio al riguardo rispondendo al question time: i test genomici per il carcinoma mammario saranno gratuiti, a carico del Servizio sanitario regionale.

Lazio, al via i test genomici gratuiti per prevenire il carcinoma mammario 1

La platea interessata riguarda circa mille donne in stadio precoce che potrebbero così evitare l’esposizione agli effetti della sempre dolorosa chemioterapia.

La prescrizione dei test genomici deve essere effettuata dalle equipe delle “Breast Unit” (Unità del seno) dedicate che, nella nostra regione, sono sedici.

Le modalità e i requisiti del reclutamento sono quelli definiti dal decreto ministeriale che riportiamo qui.

Cosa sono i test genomici

Il test genomico per il tumore al seno è una procedura non invasiva eseguita su un piccolo campione di tessuto che è stato precedentemente asportato durante la biopsia o l’intervento chirurgico (asportazione del linfonodo o mastectomia): ciò significa che la paziente non deve sottoporsi a nessun ulteriore intervento o procedura per effettuare il test.

Le analisi genomiche vengono condotte sul tessuto tumorale asportato, i risultati vengono poi valutati dall’equipe multidisciplinare del centro di senologia, nell’ambito delle specifiche riunioni periodiche volte a stabilire un indirizzo terapeutico condiviso e al tempo stesso personalizzato per ogni caso. Il risultato della discussione multidisciplinare, che incorpora l’esito del test genomico viene poi comunicato alla paziente per condividere con lei il piano terapeutico previsto, approfondendo tutti gli aspetti collegati alla scelta della terapia.

Lo screening per la diagnosi precoce

Nel dettaglio, viene effettuata una mammografia ogni due anni alle donne nella fascia d’età 50-69 anni, estesa anche alla fascia 70-74 anni su richiesta della donna contattando il Numero Verde Screening della propria ASL

Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente tra le donne, rappresentando in Italia il 30% di tutte le nuove diagnosi di tumore. Tuttavia, l’anticipazione della diagnosi e l’introduzione di protocolli terapeutici chirurgici, radioterapici e farmacologici più efficaci, hanno contribuito in maniera cumulativa al miglioramento della sopravvivenza, con livelli che si collocano intorno all’87% a 5 anni dalla diagnosi, al netto delle altre cause di morte.

Esistono, infatti, diversi tipi di carcinoma della mammella (istologicamente la forma più frequente è il carcinoma duttale infiltrante; altre forme sono il carcinoma lobulare, il tubulare, il mucinoso e altri più rari) che differiscono per comportamento biologico e risposta alle terapie.

Dal punto di vista assistenziale, ecco che entrano in campo, con l’approccio più appropriato le  sopracitate “Breast unit”, unità specializzate nella prevenzione, diagnosi e trattamento medico e chirurgico della patologia senologica, che consentono una pianificazione ottimale delle opzioni terapeutiche disponibili, al fine di raggiungere i migliori risultati possibili.

Così l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato: “Ringraziamo tutte le associazioni delle pazienti per il costante contributo che mettono in campo”.

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