Auto incendiata alla giornalista, convocato Comitato per la sicurezza

L'incendio dell'auto di Monterotondo, il compagno della giornalista Cinzia Fiorato: "Hanno pensato di metterci a tacere bruciando la nostra macchina"

Sono ancora in corso le indagini sull’incendio dell’auto del compagno di Cinzia Fiorato, giornalista del Tg1. La Land Rover è andata a fuoco la notte tra sabato e domenica nei pressi della casa della giornalista, situata nel centro storico di Monterotoindo. A seguito di questo grave episodio, è stato convocato per oggi alle 15.30 in Prefettura a Roma, un comitato per l’ordine e la sicurezza in relazione agli episodi di mala movida a Monterotondo tra i rappresentanti delle forze dell’ordine, al quale prenderà parte anche il sindaco del comune.

L’incendio dell’auto di Monterotondo, il compagno della giornalista Cinzia Fiorato: “Hanno pensato di metterci a tacere bruciando la nostra macchina”

Tra sabato 26 e domenica 27 febbraio il piccolo comune di Monterotondo è stato lo scenario di un grave episodio di probabile natura intimidatoria. Ignoti hanno dato fuoco nella notte alla vettura del compagno della giornalista del Tg1 Cinzia Fiorato, parcheggiata nel centro cittadino.

La stessa Fiorato aveva affidato ai social il suo sfogo subito dopo l’incendio, rivelando che non era stato quello il primo episodio subito tra attacchi e minacce personali collegate all’attività di denuncia sulla mala movida della cittadina:

la Rover di Enzo, che era parcheggiata in Piazza della Libertà è stata data alle fiamme e completamente distrutta. Questo è il vero mondo che sta dietro la “movida” di Monterotondo” (leggi qui).

Anche il compagno della Fiorato si è associato all’idea piuttosto fondata delle intimidazioni. I due avevano già presentato ben 10 denunce nel corso del tempo in difesa del decoro di piazza della Libertà dai teppisti della malamovida.

In particolare secondo l’Avvocato Iacovino la sua Land Rover, è stata bruciata dopo che con la Fiorato avevano postato le immagini dell’ennesima rissa, un episodio avvenuto di venerdì alle 3 di notte fra gente ubriaca e sfatta di ogni sostanza: “Hanno pensato di metterci a tacere bruciando la nostra macchina”.

Anche se al momento non ci sono ancora elementi che possano collegare con certezza l’incendio, alla mala movida, come un’azione ritorsiva nei confronti del lavoro giornalistico della conduttrice del Tg1 o per il lavoro del compagno della giornalista, dipendente in uno studio legale lavorista-amministrativista, intanto, proprio nell’ipotesi di un atto intimidatorio, la Prefettura ha comunque disposto un servizio di vigilanza a protezione della coppia.

Cinzia Fiorani alla notizia della convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza, ha diffuso un post:

“Mi ha appena chiamata il Prefetto di Roma. Ci ha espresso grande solidarietà e vicinanza e ha assicurato che si occuperà personalmente della situazione di Monterotondo e che porrà rimedio secondo i poteri a lui attribuiti dalla legge alle criticità evidenziate e denunciate. Una vicinanza importantissima per noi ma soprattutto per la città. Il Prefetto ha garantito che sarà presa ogni misura prevista dalla legge per arginare la criminalità, il degrado e gli aspetti più devastanti sul territorio del fenomeno malamovida. Ci ha tenuto a dirmi che a Roma è stato adottato un protocollo in accordo con il sindaco Gualtieri che sta dando già i primi risultati. Mi ha assicurato che resteremo in contatto e che ci terremo informati a vicenda su ogni sviluppo. Dal canto mio io non posso far altro che ribadire, senza alcun pregiudizio ideologico o politico, che noi cittadini chiediamo solo il rispetto della legge e dei diritti costituzionalmente garantiti: il sonno, la tranquillità, la salute e la sicurezza, diritti primari e insopprimibili né condizionabili da altre esigenze, comprese quelle delle attività commerciali o di qualsiasi altra iniziativa economica, come confermato dal Consiglio di Stato più volte. Ora ci si metta seduti a un tavolo e ci si spogli di ogni personalismo istituzionale. Il commercio è libero fino a che non viene compromesso il diritto naturale e costituzionale. La liberalizzazione è calmierata da norme che tutelano il territorio, come sancisce il T.U. sulla pubblica sicurezza e il T.U. sugli enti locali. Il centro storico va protetto e salvaguardato. I residenti hanno diritto di godere dei loro beni e della loro vita familiare. Noi non faremo alcun passo indietro e continueremo a chiedere l’intervento delle autorità per il rispetto della legge in tutte le sue espressioni. Ringrazio l’associazione Insieme per il Centro Storico, il suo direttivo e i suoi iscritti per la determinata presa di posizione e il coraggio di unirsi in questa battaglia di civiltà.

Comitato in Prefettura a Roma

Il comitato per l’ordine e la sicurezza proprio in relazione agli episodi di ‘mala movidà a Monterotondo, si svolgerà tra pochi minuti (alle 15.30). All’incontro, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine, prenderà parte anche il sindaco del comune in provincia di Roma.

Nel corso del comitato, si punterà a definire una strategia di contrasto al fenomeno con l’adozione di provvedimenti, e certamente tra questi, una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio e regole sugli orari di chiusura di locali così come avvenuto a Roma per alcuni quartieri.

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