Ostia: contestate le prime violazioni del Green Pass. Tribunali già intasati (VIDEO)

Se il buongiorno si vede dal mattino, si prevede un mese di overbooking per il Tribunale di Roma che dovrà passare al setaccio diversi verbali di contestazione, decidendo per la via amministrativa o quella penale, a seconda della gravità delle violazioni

Primi procedimenti nella Capitale per le violazioni del decreto sul Green Pass. Il certificato verde che attesta la vaccinazione anti-Covid, o la guarigione dal Covid, o ancora l’esito negativo a un tampone antigenico o molecolare entro 48 ore, dal 6 agosto scorso è diventato obbligatorio per accedere a ristoranti al chiuso, palestre, cinema e molto altro ancora tra cui musei, sagre, fiere e congressi (leggi qui).

Un provvedimento che ha fatto storcere il naso ad alcuni ristoratori e baristi (leggi qui), ma che è stato preso per favorire la campagna vaccinale e garantire livelli di sicurezza adeguati anche alla luce del pericolo relativo alle varianti del Covid, che recentemente avevano destato grande preoccupazione visto l’aumento vertiginoso del numero di contagi nel nostro Paese.

Da questa settimana nei tribunali sono iniziati i primi procedimenti di accertamento e sanzione per gli esercenti e gli utenti trovati privi di certificato vaccinale, o di esibizione di QR code falsi (abusivi o elusivi).

Se il buongiorno si vede dal mattino, si prevede un mese di overbooking per il Tribunale di Roma che dovrà passare al setaccio diversi verbali di contestazione, decidendo per la via amministrativa o quella penale, a seconda della gravità delle violazioni.

guido pascucci

In merito alla questione abbiamo sentito l’avvocato Guido Pascucci, che opera nel Decimo Municipio e che ci ha fatto sapere di aver solcato la porta del tribunale in pochi giorni già tre volte, per assistere altrettanti esercenti del territorio indagati per presunte violazioni relative agli obblighi del Green Pass.

Stiamo cercando di aiutare gli indagati e di verificare con il massimo rigore i verbali di contestazione fatti.  – spiega Pascucci – Non si può essere superficiali proprio in questa materia, che già ha creato problemi (sanitari ed economici). Andiamo avanti senza timore!”

I casi riguardano il gestore di un pub e il titolare di una palestra, entrambi di Ostia, e un commerciante di un negozio situato tra Acilia e Dragona.

In un caso, a seguito dei controlli della Polizia Locale, l’esercente è stato sanzionato poichè le persone presenti non erano corrispondenti al numero di Green Pass segnati nel cronologico e pertanto alcuni clienti erano stati fatti accedere senza il certificato.

Secondo quanto riferito dall’avvocato però, sembra che alcune delle persone senza Green Pass, avessero invece effettuato il tampone, mentre altre fossero addirittura esenti.

Ognuno aveva una motivazione. – racconta Pascucci – Si parte quindi con una contestazione con ottime aspettative di accoglimento“.

In un altro caso, invece, un utente sarebbe entrato con un Green Pass falso.

Non corrispondeva l’età con la persona. – aggiunge l’avvocato – In modo forse superficiale, è stato contestato dall’agente operante sia all’utente che all’esercente il reato di pandemia colposa. Ma anche in questo caso la vicenda va approfondita: l’esercente, prima di far entrare il cliente, aveva chiesto il Green Pass e il sesso e l’età corrispondevano alla persona che aveva davanti, tanto da non richiedere la necessità del documento d’identità. Pertanto non si prefigura il palese abuso”.

Ricordiamo, per dovere di cronaca, che la circolare del Ministero dell’Interno permette all’esercente di richiedere documenti in caso ci sia una palese difformità tra quanto recita il QR code del certificato esibito e la persona che lo esibisce.

Abbiamo iniziato ieri i primi procedimenti.  – conclude Pascucci – Temo che ci aspetti un lungo agosto pieno di contravvenzioni, che andranno inevitabilmente ad intasare il tribunale per questioni che subiranno tra qualche mese un cambio di normativa. Confido nella capacità dei PM di fare filtro per arginare la creatività degli agenti operanti“.

Se la violazione, infatti, ha rilevanza penale, sono previste ulteriori indagini per almeno sei mesi, e un processo il cui inizio non sarebbe prima di un anno.

Se invece si intraprende la strada amministrativa, le sanzioni variano dai 100 fino ai 2.000 euro e in caso di reiterazione della violazione è prevista anche la chiusura dell’esercizio commerciale per uno o due giorni.

Nel video, il servizio di Siria Guerrieri.

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