Ostia, progetto per adolescenti con disabilità intellettiva: la storia di Davide

Iniziativa ideata dalla Fondazione ISC Roma Litorale con l’aiuto della Fondazione Unicredit per i ragazzi con disabilità intellettiva e del neurosviluppo

Un progetto per aiutare i ragazzi con disabilità intellettiva a utilizzare in maniera consapevole internet e social network.

Per i ragazzi con sindrome dello spettro autistico c’è sempre il rischio dell’isolamento e dello scollamento dalla quotidianità

“TikTok, Houseparty, Instagram, Facebook e Whatsapp. Li ho tutti, non me ne manca nessuno”.

Davide elenca con soddisfazione le applicazioni che ha imparato a padroneggiare sul suo smartphone.

Davide ha 15 anni e, insieme ai suoi genitori, affronta una sfida che si chiama “sindrome dello spettro autistico”.

Faccio videochiamate e invio messaggi agli amici del nuoto e degli scout. Ho imparato a utilizzare ‘google meet’ per la scuola“, aggiunge orgoglioso.

I social sono ormai parte della vita di ogni ragazzo. Soprattutto durante i mesi difficili della pandemia i social network sono stati fondamentali per rimanere in contatto con gli amici e superare un isolamento che poteva essere devastante azzerando i risultati terapeutici e clinici faticosamente raggiunti“, spiega spiega il direttore sanitario della Fondazione ISC Roma Litorale Francesco Cesarino, che segue Davide da quando è piccolissimo.

Ma come tutti, anche gli adolescenti con una disabilità intellettiva e del neurosviluppo, hanno bisogno di approcciarsi in modo consapevole a questi strumenti per evitare trappole e situazioni spiacevoli che sono purtroppo sempre dietro l’angolo“.

Progetto Ribelle nasce nel 2015 per accompagnare i ragazzi con disabilità intellettiva e del neurosviluppo nel periodo dell’adolescenza, affrontando le problematiche più comuni e quelle maggiormente sentite dai ragazzi. I social sono una di queste“, ricorda Stefano Galloni, direttore generale della Fondazione e Vicepresidente nazionale di Confassociazioni per il Terzo Settore.

Oggi è un punto fermo del nostro percorso clinico, grazie alla collaborazione con la Fondazione Unicredit che lo ha co-finanziato. Nel corso degli anni abbiamo aggiornato il progetto, ampliandolo a un numero sempre maggiore di ragazzi. Un’opportunità che rompe gli schemi e si affianca ai percorsi terapeutici tradizionali, grazie ad una rete istituzionale sempre più forte e che si inserisce nel solco della riforma del Terzo Settore“, conclude Galloni.

Secondo Francesco Anfuso, psicologo e referente di Progetto Ribelle, “Davide oggi è uno dei ragazzi più attivi ed è lui ormai a insegnare agli altri il mondo dei social. Ha fatto passi da gigante sotto tutti i punti di vista grazie anche all’aiuto di una splendida famiglia che lo supporta costantemente. Siamo davvero soddisfatti dei risultati raggiunti. È lui a inviarmi messaggi vocali per concordare giorni e orari delle terapie”.

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Davide con il dottor Francesco Anfuso, psicologo e referente di Progetto Ribelle e mamma Laura

Mio figlio usa social e smartphone con la scioltezza di un adolescente. C’è sempre molta preoccupazione ma cerchiamo di non farle prendere il sopravvento“, confessa mamma Laura.

Per lui sono stati strumenti vitali in questo periodo. Per i ragazzi con sindrome dello spettro autistico c’è sempre il rischio dell’isolamento e dello scollamento dalla quotidianità. Davide è molto migliorato in questo senso. Ci ha insegnato a prendere il bello da qualsiasi cosa“.

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