Hanno cosparso il monumento alla porchetta di “sangue” dando voce con questo gesto eclatante alla protesta di tanti animalisti contro quella installazione artistica.

Si firmano Alf, Animal Liberation Front, gli animalisti che hanno cosparso di sangue il Monumento alla Porchetta sorto a Trastevere

A due giorni dal suo posizionamento, ieri sera, giovedì 24 giugno, gli animalisti hanno contestato il Monumento alla Porchetta di piazza San Giovanni della Malva, a Trastevere, rendendolo in qualche mondo irrecuperabile. La statua che riproduce il maiale porchettato è stata ricoperta di vernice rossa, a simulare un gesto sanguinario e crudele da parte dell’uomo contro gli animali. Cogliendo, con questo, un solo aspetto di quella installazione artistica che, negli intenti degli autori e del Primo Municipio, che ne è il committente, voleva essere solo la celebrazione di uno dei luoghi della movida e del mangiare tipico romano.

A firmare il gesto con un simbolo disegnato sulla fiancata del piedistallo è la sigla ALF, riconducibile all’Animal Liberation Front, movimento di liberazione degli animali sorto nel 1976 e presente in ben 40 paesi.

Contro l’opera realizzata da Amedeo Longo per conto dell’istituto RUFA (Rome University of Fine Arts), nelle ore precedenti l’imbrattamento, si erano schierate diverse associazioni animaliste come la Lav (Lega Anti Vivisezione) e l’OIPA (Organizzazione internazionale protezione animali).

La difesa dell’opera

«Per la prima volta, come non succedeva da molti anni a questa parte Roma, in particolare il primo Municipio della città, ha deciso di aprirsi all’arte contemporanea non rivolgendo l’attenzione ad artisti affermati e conclamati che hanno già un loro percorso, ma chiedendo agli studenti, ai futuri artisti in formazione, di lavorare e offrire la loro idea di Roma, tenendo conto dell’ispirazione che i luoghi stessi possono produrre dalla loro stratificazione millenaria». Lo affermava Sabrina Alfonsi, presidente Municipio Roma I Centro, intervenendo sulla polemica del Monumento alla Porchetta di Trastevere, prima del gesto degli animalisti. «Un’idea di città democratica, come piace a noi, prevede il confronto alla sua base – aggiunge Alfonsi – Le polemiche di queste ore su una delle installazioni, da parte di associazioni animaliste e cittadini sensibili al tema, ci porta a rilanciare proprio il confronto. Anche perché parliamo di arte contemporanea, che tra le sue peculiarità ha elementi di provocazione, e non di animali morti. Grazie all’opera in oggetto è stato riportato in vita un dibattito sul rapporto tra uomo e animali allevati per il consumo che era morto e sepolto. Per questo abbiamo proposto di organizzare alle stesse, che si sono immediatamente rese disponibili, un incontro in piazza con le diverse associazioni, gli artisti, le Istituzioni e i cittadini che vorranno partecipare. Il tutto nel rispetto delle sensibilità collettiva. Farà del bene a tutti e soprattutto ai giovani artisti che attraverso questo confronto potranno apprendere il significato di arte pubblica e contribuire alla ricostruzione di quel tessuto sociale di cui abbiamo tanto bisogno e che è il fine ultimo del progetto ‘Piazze romane’».

Rimossa la statua, ma solo per restaurarla

Alfonsi, dopo il completamento dei lavori di rimozione della controversa scultura, ha voluto ribadire il dispiacere per l’atto vandalico e il mancato confronto democratico, riaffermando con fermezza la propria posizione: «Voglio dire no alla violenza in qualsiasi forma, non è ammissibile fare gesti di questa intolleranza, noi oggi rimuoviamo questa opera non per rimuoverla definitivamente ma per restaurarla».

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