La strage di Ardea, su Andrea Pignani un solo caso di aggressività

Ardea: gli investigatori ricostruiscono il passato del pluriomicida Andrea Pignani e le fasi drammatiche della vicenda

Ardea: su Andrea Pignani, il pluriomicida che ieri ha distrutto in poche ore la vita di tre famiglie e sconvolto la comunità di residenti del consorzio “Colle Romito”, togliendosi infine la vita con la stessa arma dell’omicidio, stanno indagando gli investigatori dei Carabinieri di Frascati e di Anzio, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri, per cercare un movente se vi fosse, attraverso tutti gli episodi personali noti dell’uomo, e alla base di questo folle assassinio. Sull’uomo figurava solamente una lite in ambito familiare, verificatasi con la madre a maggio 2020.

Gli investigatori ricostruiscono il passato del pluriomicida e le fasi drammatiche della vicenda

Una personalità evidentemente complessa, da mina vagante, che a dire di molti residenti di quella piccola comunità, aveva già manifestato alcuni strani comportamenti. Una lite con sua madre l’11 maggio dello scorso anno, aveva reso necessario l’intervento di una pattuglia di Carabinieri presso la loro abitazione di viale Colle Romito, e a seguito del quale, l’uomo venne fatto accompagnare da un’ambulanza presso il Pronto Soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia (RM) ove giungeva volontariamente nel pomeriggio dello stesso giorno del litigio familiare, per uno stato di agitazione psicomotoria” ed entrando con codice azzurro.

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L’ingegnere informatico Andrea Pignani

La consulenza psichiatrica al quale fu sottoposto evidenziò: stato di agitazione – paziente urgente differibile che necessita di trattamento non immediato. Si affida al padre”, e, con questa diagnosi venne dimesso la mattina successiva. Poi più nessuna segnalazione o denuncia è stata fatta a carico dell’uomo, né tantomeno risulta, che fosse in possesso di certificazione medica rilasciata da strutture sanitarie, per patologie di carattere psichiatrico.

Il padre di Andrea Pignani, morto a novembre dello scorso anno, era una guardia giurata, ed aveva detenuto la pistola a Roma fino a novembre del 2019, per poi trasferirla a Colle Romito con certificato medico presentato al commissariato Esposizione, presentando contestualmente la richiesta di trasferimento dell’arma per la quale aveva poi avuto il nulla osta.

Proprio quell’arma – la Beretta mod. 81 cal. 7,65, con la quale Andrea Pignani ha ucciso i piccoli fratelli Fusinato e Salvatore Ranieri, e poi si è suicidato – non era mai stata restituita, alla morte del padre, morte che per altro, non era nota ai Carabinieri della Stazione di Tor San Lorenzo, ne a loro era mai pervenuta, una segnalazione sulla detenzione della pistola da parte della famiglia. L’arma, quindi, era stata denunciata regolarmente dal padre del ragazzo, ma nessuno della famiglia si era poi preoccupato di segnalarne la detenzione ai Carabinieri dopo la morte dell’uomo. 

Le attività di indagine dei Carabinieri di Frascati e di Anzio, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri, pertanto proseguono anche al fine di verificare eventuali responsabilità in ordine all’illecita detenzione dell’arma da sparo, per la quale non risulta sporta alcuna denuncia.

La ricostruzione della drammatica vicenda di omicidio suicidio di Ardea

Alle 10.50 di ieri mattina la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Anzio, viene allertata da numerose telefonate di alcuni cittadini residenti nel consorzio residenziale “Colle Romito” di Ardea. Le segnalazioni parlano di tre persone raggiunte da colpi d’arma da fuoco esplosi in strada da un soggetto non identificato. Era Andrea Pignani, che uscito di casa a piedi, dopo essersi spostato di non più di un centinaio di metri, si era messo a sparare, colpendo a poca distanza da lui, i fratellini David e Daniel Fusinato di 5 e 10 anni, e Salvatore Ranieri di 74 anni. L’anziano è morto sul colpo, mentre i due fratellini sono deceduti dopo ogni tentativo possibile di soccorso sul posto degli operatori sanitari, come riportiamo in questo articolo (leggi qui).

I Carabinieri, dopo aver sollecitato l’intervento urgente di personale medico, giungono velocemente sul luogo in cui stata segnalata la sparatoria, e trovano le tre vittime riverse a terra in via delle Pleiadi, che necessitano di urgente soccorso sanitario.

Le telefonate ricevute da alcuni residenti, parlano di un uomo di circa 35 anni che ha esploso vari colpi di pistola all’indirizzo dei tre soggetti feriti, una delle pattuglie intervenute sul posto raggiunge immediatamente l’abitazione dell’uomo, ubicata nel vicino viale Colle Romito 238, dove era stato notato fare rientro, al termine del suo folle gesto.

L’uomo si barrica in casa, e il mediatore dell’Arma dei Carabinieri tenta un approccio a cui però non segue alcuna risposta, perché come poi hanno scoperto i militari entrati nell’abitazione, Andrea Pignani si era già sparato, con l’arma usata per il pluriomicidio di qualche ora prima.

Il movente dell’omicidio e la condizioni di salute mentale di Andrea Pignani sono attualmente oggetto di indagini. Secondo il Sindaco della cittadina laziale Mario Savarese, Andrea Pignani conosceva le sue vittime: «Evidentemente sì – commenta Savarese – perché ha sparato con l’intenzione di colpire, altrimenti avrebbe sparato a casaccio».

Mentre non è dello stesso avviso il Colonnello Michele Roberti, Comandante del Reparto operativo del Comando provinciale di Roma: “l’uomo non conosceva le sue vittime, e neanche i genitori dei bambini”.

Commenti sulla drammatica vicenda arrivano anche dal Sindacato Autonomo Vigilanza Privata: “è l’ennesimo di una serie di altrettanti sanguinosi fatti a seguito dei quali lo stato non ha assunto iniziative preventive di alcun genere”. (Leggi qui).

Messaggi di dolore e cordoglio giungono oggi quasi continui dalle istituzioni, per le famiglie coinvolte in questa assurda vicenda.

Tragedia di Ardea: i messaggi di cordoglio da parte delle Istituzioni (VIDEO)

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