Approvato il Piano arenili PUA: Ostia rispetta i parametri spiagge libere

Approvato il PUA regionale: varchi ogni 300 metri e metà della costa a destinazione spiaggia libera. Legambiente: "Giù il lungomuro di Ostia" 

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La Regione Lazio ha adottato il Pua, Piano di Utilizzazione degli arenili. Contrariamente a quanto sostenuto dal Comune di Roma, Ostia già rispetta i parametri nel rapporto tra spiagge libere, che devono occupare la metà della costa, e stabilimenti balneari.

Approvato il PUA regionale: varchi ogni 300 metri e metà della costa a spiaggia libera. Legambiente: “Giù il lungomuro di Ostia”

La Regione Lazio, dunque, nell’adottare il Pua, ha certificato che a Ostia non devono essere effettuate demolizioni o rimozioni di impianti balneari per raggiungere la fatidica quota del 50% in spiagge libere. Nel conteggio, degli arenili pubblici non in concessione, infatti, sono stati inseriti non solo quelli urbani ma anche Castelporziano e Capocotta.

Il Consiglio regionale del Lazio, ha approvato, con 30 voti a favore, tre contrari e sei astenuti, il PUA (Piano regionale di utilizzazione delle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative). Il documento, approvato con alcuni emendamenti, è uno strumento di programmazione e regolamentazione del bene demaniale per fini turistici, in un regime di compatibilità con gli obiettivi di tutela e salvaguardia dell’ambiente costiero. Tutti i comuni, ove necessario, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Pua regionale, devono adeguare il proprio Piano di utilizzazione dell’arenile o approvarne uno nuovo secondo le modalità indicate nel paino regionale. Si deve prevedere l’obbligo per ciascun comune di avere almeno il 50 per cento del fronte mare destinato a spiaggia libera o a spiaggia libera attrezzata, quindi arenili senza preposizionamento degli ombrelloni.

Ogni comune deve definire degli ambiti omogenei e per ciascun ambito avere almeno il 20 per cento di spiagge libere. «Ci sono norme stringenti – ha spiegato l’assessore Paolo Orneli, ostiense doc, nella sua relazione introduttiva – a cui sono tenuti i comuni con riferimento ai temi delle visuali del mare, che devono essere sempre garantite, e i Pua devono disciplinare la modalità con cui raggiungere questo obiettivo, laddove questo obiettivo non è ancora stato raggiunto, e garantire l’accessibilità con la previsione di un varco ogni 300 metri, laddove non ci sono, appunto, nei 300 metri spiagge libere che possono assolvere anche alla funzione di varco».

Il Piano contiene una serie di regolamentazioni, che sono demandate ai Pua comunali, che vanno dal distanziamento tra gli ombrelloni ai servizi igienici, alle docce, alle caratteristiche strutturali e dimensionali dei punti ristoro e delle altre attrezzature da spiaggia. Anche le recinzioni non devono creare ostacolo alla visuale. Nel rilascio delle concessioni pluriennali agli stabilimenti balneari, alle aree con servizi, i comuni possono decidere anche la compartecipazione dei concessionari a opere pubbliche – come la difesa della costa, la ricostruzione delle spiagge, la manutenzione del verde, la sistemazione del lungomare – che si considerano investimenti utili ai fini del calcolo della concessione stessa.

Legambiente: “Giù il lungomuro”

“Ora che la Regione Lazio ha approvato il nuovo Piano Utilizzazione degli Arenilicommenta Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio che nasce nel solco dell’ottima legge regionale 8/2015 con la quale si introduceva l’obbligo a mantenere alla libera fruizione almeno la metà di ogni tratto di spiaggia, ogni comune costiero lavori perché ne siano rispettati princìpi e regole con i PUA comunali, a partire dall’immediatezza di questa stagione.”

“Il mantenimento della spiaggia libera – continua Scacchisu almeno la metà del litorale in ogni comune, la definizione di ambiti omogenei di contiguità della spiaggia sui quali garantire almeno un quinto di spiaggia libera, e gli accessi per garantire il raggiungimento della battigia ogni 300 metri, sono obiettivi importanti e che devono generare un nuovo rapporto positivo e sinergico tra amministratori, balneari, cittadini e bagnanti, per la giusta fruibilità e la bellezza del nostro mare. Con le nuove regole del PUA del Lazio, via il Lungomuro a Ostia e accessi ogni 300 per restituire il mare ai cittadini di Roma.

Il parere di Federbalneari

“Federbalneari Roma saluta con soddisfazione l’approvazione del Pua Regionale – commenta Renato Papagni – . Strumento atteso dai comuni costieri da più di 20 anni, ma che oggi alla vigilia delle elezioni comunali, ha il pregio di rimette in primo piano nell’agenda dei candidati sindaci  regole certe per il rilancio dell’economia del mare che bagna la Capitale.

 

Uno strumento che apre finalmente alla riorganizzazione della costa e dell’attività di balneazione in chiave di rigenerazione urbana e lo fa in un quadro socio-economico completamente ridisegnato dalla Pandemia innescata dal Covid-19. Strumento necessario per pianificare un nuovo modello di turismo che consente ai Comuni del litorale di programmare la trasformazione nel lungo periodo e liberare dal cemento le nostre coste. A cominciare dal “lungomuro di Ostia”. Noi siamo pronti da tempo. La transizione ecologica può finalmente diventare realtà. Strumento che offre risposte anche alle imprese e all’occupazione che, in un momento delicato come quello attuale, hanno bisogno di certezze e di una prospettiva di lavoro più ampia in attesa della non più rinviabile riforma nazionale del Demanio Marittimo, che anche nel Lazio ha creato una spregiudicata difformità nell’attuazione della L. 145/18 – conclude il Presidente di Federbalneari Roma – Nessuna impresa sopravvive senza regole certe”.

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