Pini morti sotto l’attacco della cocciniglia tartaruga e di altri parassiti che vanno abbattuti per evitare pericoli ai vacanzieri. In due campeggi del litorale romano ne dovranno essere rimossi al più presto almeno 380.
Strage di pini a causa della cocciniglia tartaruga: i campeggi Faboulus e Capitol autorizzati ad abbatterli per questioni di sicurezza
C’è sconcerto tra gli addetti ai lavori per i danni che sta producendo la cocciniglia tartaruga, nome scientifico Toumyella parvicornis. Le autorità hanno infatti autorizzato i proprietari dei due campeggi più importanti del litorale romano, il Faboulus e il Capitol, a rimuovere decine di pini a rischio caduta conseguente alla loro morte. Un intervento, peraltro, costosissimo per le proprietà delle strutture turistiche.
Al Camping Village Faboulus di via di Malafede 225, saranno 178 gli alberi da abbattere. Il sopralluogo effettuato dai tecnici del Dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma ha stabilito che”97 Pinus pinea risultano privi di attività vegetativa (morte in piedi), 18 pini presentano evidenti difetti meccanici, 5 pini attaccati da funghi cariogeni, i restanti 58 pini presentano una riduzione dell’attività vegetativa pari al 5-20%”.
Per gli esiti dell’ispezione “si ritiene che il fattore di sicurezza si sia ridotto e le prospettive future di questi individui arborei sono definitivamente compromesse”.
L’autorizzazione ad abbattere gli alberi morti o malati è immediatamente esecutiva e “con urgenza” a condizione che la proprietà del campeggio Faboulus pianti “267 esemplari di Pinus pinea si altezza non inferiore a 4,5 metri di altezza” e “si proceda al trattamento fitoterapico adatto al contrasto della Toumyella parvicornis su tutte le restanti alberature del genere Pinus presenti all’interno dell’area, comprese le nuove piantagioni”.
Il dramma si vive in fotocopia anche al Camping Village Roma Capitol di via di Castelfusano 195 dove i pini da rimuovere sono circa 200. Anche in questo caso l’amministrazione ha prescritto che dietro l’autorizzazione ad abbattere gli alberi ormai morti o comunque irrimediabilmente malati, scatti una “compensazione ambientale” con altrettanti esemplare nuovi da mettere a dimora nell’area.
I costi da affrontare per le proprietà sono proibitivi, specie dopo un lungo periodo di inattività legata alla pandemia, ma vanno affrontati in nome della sicurezza dei futuri ospiti e ne vale della sopravvivenza stessa delle strutture. Circostanze che, al momento, non mettono ansia alla pubblica amministrazione riguardo alle condizioni in cui versa il parco di Castelfusano (leggi qui) e le altre pinete di Ostia. Nonostante l’allarme sia stato lanciato da tempo (leggi qui).
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