Roma: prof schiacciata dal cancello all’Eur. Condannati capo cantiere e fabbro

Dopo sei anni dalla tragica scomparsa della professoressa schiacciata da un cancello metallico dell'EUR, arrivano novità dal processo di primo grado.

udienza primo grado

Dopo sei anni dalla tragica scomparsa della professoressa schiacciata da un cancello metallico dell’EUR, arrivano novità dal processo di primo grado. L’udienza si è chiusa con la condanna del capo cantiere e del fabbro.

Roma, processo Monti: condannati capo cantiere e fabbro

Due i condannati per la morte di Isabella Monti, la professoressa deceduta dopo esser stata schiacciata dal cancello d’ingresso del cantiere delle torri del Ministero delle Finanze, nel quartiere dell’EUR a Roma. E’ quanto emerge dal processo di primo grado che si è chiuso con le condanne per il capo cantiere e il fabbro.

Sono trascorsi sei anni dal terribile incidente che nel 2015 fece perdere la vita alla professoressa Monti. Una sentenza che però lascia l’amaro in bocca ai familiari della vittima, che temono dopo tutto questo tempo che si possa andare in prescrizione.

Categorico il marito di Isabella, Sergio De Santis, che ha commentato all’Adnkronos: “Per me non ci sono altri gradi, è finita così. O vale la sentenza di oggi o non mi interessa, all’appello non partecipo. Sono solo e con mia moglie sotto terra, non mi interessa delle condanne, a me fanno anche pena“.

De Santis poi fa sapere di aver devoluto in beneficienza quasi tutti i soldi del risarcimento. “Mia figlia Stefania che quel giorno era lì e si salvò per due centimetri, ha speso una grossa cifra per restaurare la statua della Madonna in una chiesa a noi cara. Non mi importa delle condanne, dei patteggiamenti, dovevo chiudere questa vicenda drammatica che mi ha tenuto fino a oggi in vita, per rispetto alla persona che non c’é più. Davanti a quell’eterno cantiere passo tutti i giorni per andare a lavoro, nemmeno riesco a metterci i fiori perché li rubano, mi restano i biglietti che lasciano i passanti“.

Ricordiamo che tra i cinque imputati nella fase preliminare, l’architetto era subito stato assolto, mentre il legale rappresentante della ditta e il dipendente addetto ad aprire e a chiudere il cancello avevano patteggiato.

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