Rifiutano il drastico ridimensionamento dell’Alitalia, ne contestano il piano di rilancio e protestano per i ritardi nel pagamento degli stipendi. Sono i lavoratori dell’Alitalia che questa mattina hanno inscenato un sit in spontaneo davanti al terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino.
Si è svolto a partire dalle 11,30 al “Leonardo da Vinci” un presidio spontaneo, composto da circa un centinaio di lavoratori della compagnia Alitalia, davanti all’ingresso del Terminal 3, al piano partenze, per protestare sulla difficile situazione della compagnia e sul pagamento dimezzato degli stipendi.
Si alternano a parlare diversi lavoratori, attraverso un altoparlante, sotto stretto controllo delle forze dell’ordine. Non si registrano tensioni nè assembramenti.
La protesta riguarda essenzialmente il piano di trasformazione dell’Alitalia in Ita che comporta la riduzione drastica di personale e della quantità di velivoli, un ridimensionamento che configura di fatto la trasformazione dell’Alitalia in una compagnia local.
I dipendenti mostrano anche volantini che riassumono le loro posizioni. “Ora più che mai l’Italia deve poter volare con le proprie Ali” si legge oppure anche “Io voglio un’azienda che rimanga in vita“.
«Siamo a qui a protestare perché da ieri, improvvisamente, ci hanno riferito che la compagnia Alitalia ha finito i soldi: è l’ultimo atto di un Paese sovrano che già è stato de-industrializzato e ed in cui ora stanno togliendo anche il proprio ‘biglietto da visita’. Un Paese a vocazione turistica che verrà privato della propria compagnia aerea.» Così Fabio Frati, ex sindacalista e lavoratore Alitalia, tra i manifestanti giunti nello scalo romano per portare solidarietà ai propri colleghi.
Fra i lavoratori in presidio numerosi impiegati, in divisa, mostravano dei vistosi cartelli con sopra scritto a mano «Io sono un privilegiato, stipendio marzo 436 euro.» «È davvero una vergogna quanto sta accadendo con Alitalia, su cui sono riempiti la bocca tutti i partiti europeisti che ci hanno raccontato menzogne, ovvero che ‘mamma Europa’ avrebbe pensato a noi ed è l’esatto contrario come abbiamo visto durante la pandemia – riprende a parlare l’ex lavoratore della compagnia, Fabio Frati – E anche quelle forze che si chiamavano ‘sovraniste’ hanno dimostrato di essere dei ‘sovranisti in ginocchio’, perché stanno consegnando un gioiello di questo Paese alla concorrenza. Noi andremo comunque avanti fino alla fine.»
Il sit in di oggi fa seguito alla grande manifestazione tenutasi sempre a Fiumicino il 26 marzo (leggi qui e osserva il video).
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