Asl Roma 3, viaggio tra i panchinari del vaccino

Come i calciatori di riserva, i panchinari del vaccino attendono la defezione di un “titolare” per poter ricevere la dose: evitano sprechi e sperano di tornare a una vita normale

centyrro vaccinazione Asl Roma 3

Vaccinare anche chi passa”: lo ha detto il commissario straordinario all’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo. E a Casal Bernocchi, nel centro della Asl Roma 3, c’è chi l’ha preso subito in parola: sono i panchinari della vaccinazione.

Come tra i calciatori di riserva, i panchinari del vaccino attendono la defezione di un “titolare” per poter fare gol: evitano sprechi e sperano di tornare a una vita normale

Chi sono i panchinari della vaccinazione? Sono quelle persone che, pur non essendo inserite nell’elenco delle prenotazioni gestite dalla Asl e dalla Regione Lazio, confidano nella possibilità di essere vaccinate in sostituzione dei prenotati che mancano all’appuntamento.

A dire il vero i panchinari del vaccino a Casal Bernocchi, sede del centro vaccinale Asl Roma 3, esistevano ancor prima dell’appello del commissario Figliuolo e della pausa imposta dalle valutazioni sull’antidoto AstraZeneca.  Nel centro vaccinale di Casal Bernocchi, dove si concentrano la maggior parte delle prenotazioni degli anziani del X Municipio e dintorni, alla fila lunga e lenta di macchine in coda, infatti, si sono aggiunte fin dai primi giorni numerose persone in attesa.

Si tratta di una fila parallela perché coloro che ne fanno parte non hanno prenotazione nè rientrano nella prima categoria scelta dal governo per iniziare l’immunizzazione nazionale.

Hanno età diverse nonché ragioni diverse per essere lì ogni giorno ed attendere un turno che potrebbe anche non arrivare.

Tutti hanno in comune uno scopo, attendono il mancato arrivo di un prenotato ed il conseguente necessario utilizzo della dose, la quale, in caso non venisse tempestivamente utilizzata, andrebbe sprecata. Data la gravità della situazione, mai come ora la regola del “zero sprechi” ha più valore.

Tra i “panchinari” ci sono giovani che vorrebbero accelerare il ritorno ad una vita più semplice, adulti che hanno perso il lavoro e sperano che l’immunizzazione incentivi futuri ed eventuali datori ad assumerli e poi coloro che temono prima di tutto il virus e la sua capacità di distruggere vite e togliere la libertà.

Un ventiseienne con un libro di fisica aperto sulle gambe, afferma di voler tornare alla sua vita “di prima” e di poter tornare all’università per vivere “gli anni migliori abbracciando gli amici”.

Un uomo sulla cinquantina, cuoco da vent’anni licenziato ad inizio pandemia per il fallimento del ristorante dove lavorava, afferma: “Il vaccino potrebbe farmi assumere prima di altri che come me vogliono e devono tornare a lavorare”.

Una cassiera del supermercato, con genitori anziani in casa, ha paura che il lavoro al pubblico possa esporla al virus e di conseguenza potrebbe mettere in pericolo la vita dei suoi cari.

Ogni giorno, alcune prenotazioni vengono disattese e potrebbe essere il giorno fortunato di un panchinaro. Tuttavia, con le difficoltà di distribuzione, sovrapposizioni di prenotazioni che mandano in tilt il sistema, gli speranzosi in attesa vedono la possibilità di poter essere vaccinati sempre più lontana.

E se il vaccino si allontana, è così anche il ritorno alla normalità che tutti aspettiamo.