“Dei ricoverati insieme con me due mesi fa, sono uno dei pochi sopravvissuti che la può raccontare: ho visto uno scenario apocalittico”. Andrea Limiti, cardiologo di Roma, racconta così la sua drammatica esperienza di sopravvissuto al covid-19.
Lo fa attraverso la telecamera di Emanuele Valeri che ha realizzato per conto dell’Ansa un reportage all’interno del covid hospital ICC Casal Palocco. Andrea Limiti, 61 anni, stimatissimo cardiologo presso l’ospedale Grassi, già direttore sanitario di Villa del Lido, consulente medico della Guardia di Finanza, è ricoverato da due mesi nel presidio di Casal Palocco e racconta la sua esperienza di sopravvissuto, come lui stesso si considera.
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“Ho ricevuto la diagnosi di polmonite bilaterale tipica da covid a fine ottobre – racconta – e sono andato di corsa al Pronto Soccorso del San Camillo. Mi sono trovato in un girone infernale, per quanto i pochi colleghi potessero fare, con ambulanze ogni 3 minuti. Un caos tale che sembrava di essere in prima linea. Per fortuna sono riuscito ad essere trasferito con il 118 in questo centro altamente avanzato dove ho trovato un’accoglienza straordinaria sia umana che professionale”.
“Sono ricoverato da circa due mesi – prosegue il dottor Limiti – e la prima parte l’ho fatta purtroppo in ventilazione meccanica che non è quella di intubazione ma è quella in sub-intensiva. Per la ventilazione si applica un mascherone. Tutti pensano alla maschera da sub di Decathlon; in realtà è una maschera molto complessa che ti blocca la faccia ed è lei che ti dà il ritmo del respiro. Vedi poco, senti poco perchè tutto appannato, l’ossigeno brucia gli occhi e spesso stai con gli occhi chiusi. Per sopportarla devi essere molto concentrato e devi instaurare un rapporto con questa maschera; bene o male l’ho tenuta 18 ore al giorno per circa 10 giorni e quindi devi essere sereno altrimenti è facile avere crisi di panico. Quello è, da quella dipende la tua sopravvivenza e devi resistere”.
“A metà di questo ciclo le cose non andavano molto bene – aggiunge Limiti – Ho passato un momento critico per il quale stavo per passare in terapia intensiva. Quello che ho visto in tutti questi giorni è uno scenario apocalittico. Quasi tutte le persone entrate con me in quel periodo, e c’è una prevalenza altissima di medici, purtroppo non ce l’hanno fatta. Del gruppetto entrato con me in quei giorni sono uno dei pochi sopravvissuti che la può raccontare. Un’esperienza negativa, che mi ha toccato molto”.
“Ciò che succede fuori, visto da qui, sembra fantascienza – commenta il cardiologo – Sembra un mondo che non ha capito nulla, lontano dalla realtà. Tutti pensano ‘a me tanto non succede’. Come medico sono stato in trincea fino all’ultimo, anche nella primavera scorsa, però nonostante tutte le precauzioni eccomi qui, ospedalizzato. La gente deve capire che non è immune, che può prendere questo virus in qualsiasi momento. Visto da qui dentro pensare che il problema è prendere un aperitivo, o di andare a cena fuori, o di fare la fila per comprare un regalo, è un pensare assurdo. Poi, quella del negazionista è demenza totale: lo prenderei e lo porterei in questo centro per vedere la sofferenza delle persone che hanno contratto il virus”.
GLI SFORZI DEL GRUPPO VILLA MARIA
Emanuele Valeri è riuscito a intervistare anche Fondatore, Presidente e Amministratore delegato di GVM (Gruppo Villa Maria) Care & Research, Ettore Sansavini, che nel video che segue riassume qual è stato lo sforzo prodotto dai due covid hospital gestiti a Roma, il Villa Tiberia e l’ICC Casal Palocco. Di particolare rilievo i 20 posti di dialisi destinati a malati covid e l’attività chirurgica allargata presso il San Carlo di Nancy, altra casa di cura del gruppo.
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