Fondi Lega, fermato il liquidatore che stava scappando in Brasile

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Luca Sostegni, indagato dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sui fondi della Lega e sulla Lombardia Film Commission, fondazione di proprietà della Regione Lombardia, è stato fermato oggi dagli agenti della Guardia di Finanza mentre stava scappando in Brasile. Sostegni, liquidatore di una società, è accusato dai pubblici ministeri milanesi di peculato su fondi della Regione Lombardia e di estorsione.

Fondi Lega, fermato il liquidatore che stava scappando in Brasile

Sostegni, fermato dai finanzieri mentre stava scappando in Brasile, è accusato dalla procura di Milano di aver preso parte a una presunta compravendita gonfiata di un capannone industriale, venduto alla fondazione Lombardia Film Commission.

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La fondazione è di proprietà della Regione Lombardia, che ne è il diretto finanziatore. Il fermo di Sostegni, nell’ambito dell’inchiesta guidata dal pubblico ministero Eugenio Fusco, è stato reso noto da un comunicato stampa del procuratore generale di Milano Francesco Greco.

I reati contestati a Sostegni, spiega il magistrato, sono “legati alla vendita di un capannone industriale intervenuta tra l’Immobiliare Andromeda e la fondazione Lombardia Film Commission”. L’indagato è stato fermato perché “era in fuga verso il Brasile“.

“La pazienza delle persone perbene ha un limite, da oggi querelo chiunque accosti il mio nome a gente mai vista né conosciuta. Coi diffamatori di professione ci vedremo in Tribunale, sperando di non trovare un Palamara qualunque”, dichiara su Twitter Matteo Salvini, segretario della Lega.

Sostegni, liquidatore della società Paloschi srl, è indagato per peculato ed estorsione. Secondo i pm di Milano avrebbe gonfiato il prezzo di vendita del capannone alla fondazione di proprietà della Regione, pagato dunque con soldi pubblici, fino ad 800mila euro, mentre il valore era di 400mila euro.

Con lui indagati anche tre commercialisti: Michele Scillieri, nel cui studio è stato registrato e domiciliato il partito del Carroccio, Alberto Di Rubba, ex presidente della Fondazione ed ex revisore dei conti del gruppo alla Camera, e Andrea Manzoni.

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