Ares 118: in crisi l’azienda sanitaria regionale

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Sempre più in crisi l’Ares 118. L’azienda sanitaria regionale, visti i pochi mezzi e la carenza di personale a disposizione, aveva deciso di affidare all’esterno la gestione di 116 ambulanze avviando una procedura selettiva tra enti, associazioni e istituzioni di volontariato. Poi il ripensamento, in seguito all’incontro con i sindacati e l’assessorato alla sanità. Il servizio rimane in ogni caso sempre più in affanno e si attende ancora il concorso pubblico indetto dalla Regione per l’assunzione di oltre 130 autisti, comunque troppo pochi a fronte di una richiesta di tre volte superiore. 

Ares 118, la stipula della convenzione triennale

“L’obiettivo è stipulare atti di convenzione con affidamento triennale, eventualmente rinnovabili per un ulteriore anno. La decisione è stata presa – fanno sapere i rappresentanti dell’Ares – per garantire i livelli essenziali di assistenza sull’intero territorio. Considerata la carenza di personale e automezzi propri, è necessario dover integrare il nostro assetto organizzativo con risorse umane e tecnologiche facendo ricorso all’apporto di soggetti terzi”. Saranno 65 le ambulanze da affidare a Roma e provincia, le restanti saranno dislocate negli altri capoluoghi.

La carenza di personale dell’azienda sanitaria regionale

Un anno e mezzo fa la Regione Lazio aveva annunciato un accordo che prevedeva la salvaguardia del personale che svolge servizio di emergenza, ma alla fine la pisana ha soltanto autorizzato l’indizione di un concorso pubblico per 138 autisti di ambulanza a fronte di una richiesta di 450. Anche i camici bianchi sono sempre di meno: “Il nostro servizio è in affanno perchè ormai siamo rimasti in 61 sul territorio in tutta la Regione”, ha dichiarato la rappresentante aziendale del sindacato medico “Anaao” Francesca Perri.

Il passo indietro di Ares 118

Ares ha fatto poi un passo indietro sull’esternalizzazione dei servizi di soccorso. Si è tenuto, infatti, un incontro con i sindacati presso l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio dove Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto e ottenuto la revoca della delibera. Il provvedimento rischiava di lasciare a casa ilavoratori contrattualizzati che attualmente vi operano. I sindacati hanno sottolineato che l’emergenza sanitaria territoriale è un servizio pubblico che deve rimanere all’interno di Ares 118. Un punto imprescindibile su cui si fondano gli accordi sottoscritti con la Pisana a maggio dello scorso anno e dal quale la stessa Regione ha convenuto di non dover arretrare.

L’accordo siglato pochi mesi fa  – spiegano i segretari generali – prevede non solo il potenziamento dell’organico e delle dotazioni strumentali, ma anche la reinternalizzazione della parte di servizi affidata all’esterno attraverso gare pubbliche. Ora chiediamo un incontro urgente alla Regione per verificarne lo stato di attuazione. E’ un accordo di prospettiva – concludono – per il rilancio della rete dei servizi pubblici di emergenza, su cui è fondamentale andare avanti, in un percorso condiviso e senza nessun cambio di passo”.