Riguardo all’interminabile iter del Ponte della Scafa, non basta il richiamo dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) al Comune di Roma riguardo a “una gestione ben lontana dai principi di efficienza e di efficacia, tempestività, trasparenza e correttezza”. Adesso l’Associazione Amici del Lungomare di Roma contesta che quella sia un’opera dai costi insostenibili, inutile e incompatibile con il rispetto dell’ambiente.
Dopo il richiamo dell’Anac al Campidoglio per il Ponte della Scafa, l’associazione Amici del lungomare di Roma rincara la dose
Lo mette nero su bianco il coordinatore dell’Associazione Amici del lungomare di Roma, architetto Bruno Spinozzi, in una nota tecnica indirizzata al presidente dell’Anac, avvocato Giuseppe Busia. Non più tardi di un mese fa (leggi qui) l’Anac aveva richiamato il Campidoglio – stazione appaltante del nuovo Ponte della Scafa – contestando “a oggi, nessuna certezza sui tempi della consegna della progettazione esecutiva non ancora avviata – concretizza una gestione dello stesso ben lontana dai principi di efficienza e di efficacia, tempestività, trasparenza e correttezza”.
La reprimenda dell’autorità nasceva da dati forniti in epoca remota (nell’anno 2019) dall’associazione Labur e dal Comune di Roma riguardo all’iter progettuale e realizzativo. Dati, quelli messi a disposizione dell’amministrazione locale, non aggiornati e incompleti. Oggi, stando alle osservazioni dell’Associazione Amici del Lungomare, la situazione è ancora peggiore.
Oggi “l’importo provvisorio dei lavori è di 42.516.429 euro”, somma alla quale “mancano i maggiori oneri dovuti: alla realizzazione delle vasche di laminazione su palificazione profonde in cemento armato e all’adeguamento generale dei costi alla nuova Tariffa dei Prezzi Gennaio 2022”. Una somma ben distante ai 27.658.511 euro indicati dal Comune di Roma con tariffe ferme al 2007. Addirittura, scrive Spinozzi, “non risulta ancora possibile preventivare il costo futuro dell’opera ( con molta probabilità non inferiore a 60 milioni di Euro)”.
Tutti soldi, quelli del sovrapprezzo, che dovrà pagare il Comune di Roma (quindi i contribuenti) all’impresa preassegnataria dell’opera. “Non essendo ancora intervenuta la consegna dei lavori ( per cause indipendenti dall’operato e dalla volontà della Società esecutrice) – rammentano dall’associazione Amici – spetta all’Appaltatore il riconoscimento dei maggiori oneri conseguenti all’aumento del costo dei materiali che si registrerà fino alla formalizzazione del Verbale di Consegna Lavori”.
Quell’opera, così congegnata (leggi qui), si rivela peraltro inutile. “Sono venuti meno gli obbiettivi principali posti a base delle scelte progettuali del nuovo ponte” viene segnalato all’Anac. L’altezza di 18 metri dal livello dell’acqua e la gettata unica, infatti, vennero scelte dall’amministrazione locale come soluzione progettuale per consentire il transito delle barche a vela. Condizione non resa più possibile per la scelta successiva di non abbattere più il vecchio ponte. A che serve, dunque, un’opera faraonica del genere?
Tra i principi, poi, che all’origine motivavano la costruzione dle nuovo ponte c’era il presupposto che avrebbe eliminato le code di auto. Altro obiettivo mancato, segnala l’associazione. “pur consentendo l’attraversamento del fiume a grande velocità, la nuova struttura ha comunque esito finale nella Via della Scafa che, per le sue dimensioni, consente l’arrivo all’Aeroporto con una velocità massima di 50 km/h”.
Insomma, alla luce di queste osservazioni, “sarebbe più opportuno progettare un attraversamento del Tevere meno costoso, meno invasivo dal punto di vista ambientale, più rispettoso del prospicente Parco Archeologico, più in armonia con i canali di bonifica, meno aggressivo nei confronti della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano”. E, così, si rilancia una soluzione alternativa: “in questa direzione è stata a suo tempo programmato il Collegamento Ponte di Dragona –Via del Mare dal’ Ufficio Speciale Emergenza Traffico e Mobilità” (leggi qui).
Ponte della Scafa, l’Autorità Anticorruzione Anac richiama il Comune di Roma