Quando il papà tornò a casa la sua bambina di 4 anni vedeva tartarughe e farfalle e piangeva in maniera inconsolabile. E’ così che un noto neurologo di Roma si insospettì: la figlia era stata avvelenata con gli psicofarmaci dalla baby sitter, una dose massiccia di tranquillanti evidentemente somministrati per accelerarne il sonno.
Baby sitter aveva somministrato psicofarmaci a una bimba, dopo 13 anni il reato considerato prescritto
Dopo tredici anni per la baby sitter infedele, condannata in primo grado a 4 mesi, la pena è stata praticamente cancellata. La Corte di Appello di Roma, infatti, oggi, ha dichiarato estinto, per intervenuta prescrizione, il reato contestato, ossia le lesioni aggravate. La baby sitter, una quarantenne nicaraguense, sempre se rintracciabile, ora dovrà risarcire solo di qualche migliaio di euro la famiglia, che si è costituita parte civile nel processo, sia di primo che secondo grado, assistita dall’avvocato Donatella Amicucci.
La piccola era stata drogata col Minias
I fatti risalgono al 14 ottobre del 2009, in un appartamento ai Parioli. I genitori della bambina escono da casa per partecipare a una riunione scolastica e lasciano i tre figli (la più grande di 5 anni) con la nonna e la baby sitter assunta a tempo pieno. All’ora di cena la nonna torna a casa e i piccoli restano affidati solo alla baby sitter.
Al rientro il papà nota che mentre gli altri due figli dormono la bambina di 4 anni si comporta in maniera strana, preoccupante. Piange in maniera inconsolabile, farfuglia invece di parlare. E per quel poco che il babbo riesce a comprendere la piccola riferisce di vedere delle tartarughe sul pavimento e farfalle un po’ ovunque. Vomita anche dei succhi violacei.
Una volta al Bambino Gesù e un giorno di ricovero l’amaro responso: intossicazione da benzodiazepine. Farmaci che poi sono stati trovati nella disponibilità della donna, sia in casa (un flacone di Minias nella sua stanza), sia nella borsetta. Quando due giorni dopo la baby sitter viene convocata dai carabinieri si presenta in caserma con due flaconi di Lanzorepan e di Minias nella borsa. “Di Minias – aveva quindi ammesso – faccio uso personale, per rilassarmi”. “Non so cosa sia potuto succedere alla bimba – precisò – Anzi io pur essendo rimasta a casa da sola coi tre bambini ho finito il turno alle nove di sera, come da contratto”.
Gli psicofarmaci, si scoprirà poi, sarebbero stati diluiti in un vasetto di yogurt. Quella sera il papà della piccola, un neurologo pediatrico, aveva chiesto anche la consulenza di un collega esperto in pediatria generale. Il risultato finirà agli atti del processo: “La piccola aveva allucinazioni visive e uditive, sentiva suoni, vedeva immagini di cartoni e camminava con difficoltà…”.
Nel dicembre 2012 l’imputata viene condannata a 4 mesi. Dopo dieci anni il reato è stato considerato prescritto dalla Corte di Appello.
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