Disturbi del Comportamento Alimentare: in Italia colpiscono 2 milioni di bambini e pre-adolescenti
Dal 2012 l’Associazione “Mi Nutro di Vita” promuove il 15 marzo di ogni anno la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). La giornata, dal 19 giugno 2018, è stata finalmente sancita dalla Presidenza del Consiglio e riconosciuta come giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione. Istituzionalizzazione che ha consentito di dare più ampio spazio alla comunicazione e alle iniziative organizzate sul territorio nazionale.
Nel nostro paese sono oltre tre milioni i casi di persone che anche in età giovanissima soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Anoressia nervosa, bulimia, il binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata), sono i disturbi più conosciuti, ma tanti altre forme ibride ed Ednos (disturbi alimentari non altrimenti specificati o disturbi del comportamento alimentare-Nas), esistono, e purtroppo contribuiscono, a comporre un quadro complessivo del fenomeno, che vede coinvolte principalmente le donne (che sono più del 90%) e gli uomini con circa il 5% dei casi.
I disturbi del comportamento alimentare colpiscono con sempre più frequenza anche i giovani, e l’età in cui si iniziano a manifestare si è abbassata, spostando il problema anche tra i bambini e pre-adolescenti.
Disturbi del Comportamento Alimentare: ecco quali sono
- L’anoressia nervosa è caratterizzata da incessante ricerca di magrezza, immagine distorta del corpo, paura estrema dell’obesità e limitazione del consumo di cibo, che portano a un peso corporeo significativamente basso. I soggetti con anoressia nervosa limitano il consumo di cibo, ma possono anche sovralimentarsi e in seguito compensare mediante l’eliminazione (ad esempio procurandosi il vomito o usando lassativi). Un soggetto che ne soffre può limitare il consumo di cibo fino al punto di danneggiare la propria salute. Anche se anoressia significa perdita dell’appetito, molte persone con anoressia nervosa non perdono l’appetito finché non sono estremamente emaciate.
- Il disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo si caratterizza per la scarsa assunzione di cibo e/o per il rifiuto di consumare determinati alimenti senza alcuna preoccupazione, da parte del soggetto, per l’aspetto o il peso corporeo; atteggiamento, questo, tipico di chi soffre di anoressia o bulimia nervose. Di solito, i soggetti con questo disturbo sono estremamente schizzinosi riguardo al cibo e ai tipi di alimento. Ad esempio, possono evitare gli alimenti che hanno un certo colore, consistenza o odore. Alcuni soggetti temono possibili conseguenze avverse del consumo di cibo, quali il soffocamento o il vomito.
- Il disturbo da alimentazione incontrollata si caratterizza per il consumo di quantità di cibo eccezionalmente grandi, molto superiori a quelle che la maggior parte della gente mangerebbe in situazioni e tempo analoghi. Durante e dopo il consumo smodato di cibo, le persone hanno una sensazione di perdita di controllo e ne sono angosciate. L’alimentazione incontrollata non è seguita dal comportamento eliminatorio o da tentativi diversi di compensare l’eccesso di cibo.
- La bulimia nervosa è caratterizzata da episodi ripetuti in cui in poco tempo si mangiano grandi quantità di cibo, seguiti dal tentativo di rimediare all’eccesso di cibo consumato. Per esempio, i soggetti possono rprovocarsi il vomito o assumere lassativi.
- Il Chewing and Splitting (sindrome “mastica e sputa”): i soggetti che presentano questo disturbo passano parte del loro tempo a masticare grandi quantità di cibo che poi non viene deglutito.
- Il Dieting (comportamento della “dieta cronica”): controllo esasperato del peso, da una costante attenzione alla dieta e da sentimenti di angoscia ogni volta che questo varia. Le persone che controllano in questo modo il loro peso svolgono apparentemente una vita normale, che tuttavia risulta polarizzata verso questo unico interesse e viene limitata dalle esigenze della dieta; può risultare molto problematico ad esempio uscire a cena con amici e condurre una vita sociale accettabile.
- L’Ortoressia: il termine ortoressia deriva dal greco antico. La sua etimologia (ortos, ossia diritto, corretto, giusto e orexia, cioè appetito) indica una sorta di ossessione per i cibi giusti, corretti. Queste persone controllano e selezionano ossessivamente gli alimenti che assumono, ricercando con eccessiva scrupolosità cibo puro, sano, non contaminato, preoccupate dalle conseguenze mediche derivanti da un’alimentazione scorretta.
- La Bigoressia: la bigoressia o dismorfofobia muscolare (conosciuta anche come vigoressia o complesso di Adone) è un disturbo di recente osservazione, presente in prevalenza nella popolazione maschile e in particolare tra i frequentatori di palestre e appassionati di body building. Il termine viene dall’inglese Big, ovvero “grande, grosso”, e indica la preoccupazione d’avere un fisico poco prestante o troppo magro in persone visibilmente muscolose.
- L‘Anoressia atletica: l’attività sportiva in alcune persone, in particolare gli atleti, non è finalizzata al mantenimento del benessere, ma assorbe totalmente la loro vita. Questi soggetti sono ossessionati dall’ottenimento di performance sempre migliori e rivolgono al proprio corpo un’attenzione estrema cercando di renderlo efficiente come una macchina. Il disturbo del comportamento alimentare il più delle volte va nella direzione di una spinta al dimagrimento per ridurre la quantità di grassi nella massa corporea al fine di ottenere migliori risultati nello sport.
- L’Iperfagia Prandiale: caratterizzata dall’assunzione di grandi quantità di cibo prevalentemente durante i pasti. All’assenza di malessere psicologico legato all’assunzione degli alimenti, si unisce il piacere del cibo e il controllo sulle quantità assunte. Gli eccessi alimentari possono determinare l’insorgenza di una obesità marcata qualora tale comportamento sia frequente, ma il peso può rimanere entro i limiti del sovrappeso quando l’iperfagia risulta essere episodica.
- Pica e Mericismo: il termine pica, dal latino pica, gazza, uccello che per definizione tende a far sparire ogni cosa capiti nel suo raggio d’azione, designa la tendenza persistente, per un periodo di almeno un mese, a ingerire compulsivamente sostanze non commestibili.
Le prime iniziative in programma in Italia per la Giornata del Fiocchetto Lilla
Il Movimento Lilla, che raccoglie associazioni, persone, professionisti e storie, organizzerà un evento nazionale dedicato a queste malattie il 19 marzo prossimo a Genova e in altre città italiane, con una giornata di prevenzione, sensibilizzazione e informazione sulle malattie del comportamento alimentare, a cui prenderanno parte anche professionisti della salute mentale con l’obiettivo di delineare la situazione attuale.
Spazio alla comprensione della criticità e delle carenze esistenti, ma soprattutto largo spazio verrà dato in questa giornata di sensibilizzazione, alle storie di chi sceglie di raccontare una malattia invisibile e chi mette in campo il proprio dolore per regalare speranza a coloro che stanno affrontando una malattia del comportamento alimentare, ma anche a tutte le persone che sono accanto a loro ogni giorno.
- A Genova – il 19 marzo presso il Palazzo Ducale di Genova l’evento “Oltre l’orizzonte lilla. Dalle malattie del comportamento alimentare si guarisce”. A partire dalle 9,45 e per tutta la giornata si alterneranno gli interventi di diverse associazioni e professionisti della salute mentale Per informazioni consultare la pagine Mi Nutro di Vita.
- A Cagliari – il 15 marzo, presso il Centro per la cura dei disturbi alimentari Ananke, il Contest “C’è posta per me”.
- A Trieste – il 15 marzo presso il Centro clinico per Autismo e sostegno psicologico “Al Centro di se”, serata di sensibilizzazione su Disturbi del comportamento alimentare e alimentazione consapevole.
- A Roma – su alimentazione e disturbi del comportamento alimentare si è riunita il 28 febbraio scorso in Campidoglio la Commissione Pari Opportunità alla presenza dell’associazione “Mi nutro di vita”, con l’intento non più rinviabile, di avviare un percorso di sensibilizzazione e sostegno a tutte le persone che lottano quotidianamente con questo disturbo e contribuire alla prevenzione e alla promozione di una sana cultura del cibo, celebrando a Roma la ‘Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla’ il prossimo 15 marzo.
- A Torino – il 20 marzo si svolgerà “RifletTo”, è un evento promosso dall’Associazione Servizio Consulenza Giovani Wilhelm Reich – ODV e patrocinato dal Comune di Torino e dall’Ordine degli Psicologi del Piemonte, per sensibilizzare la cittadinanza sui Disturbi del Comportamento Alimentare. In programma lo spettacolo teatrale “Come l’Acqua” e la mostra fotografica “Come un fiume” di Camilla Riccò, con foto racconti di persone travolte dall’anoressia e dalla bulimia. Per Informazioni consultare il sito ufficiale di Rifletto.
La petizione per inserire i DCA all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza come malattia a se stante
Per dare una cura possibile a tutti i malati di D.C.A. e dare luce a tutti gli invisibili, in questo momento delicato, il Presidente dell’Associazione “Mi Nutro di Vita” Stefano Tavella, ha attivato una Petizione online che rilanciamo proprio in occasione della XI Giornata del Fiocchetto Lilla:
Il testo della petizione: Attualmente ci troviamo ad affrontare un’ emergenza sanitaria senza precedenti e probabilmente molti si chiederanno perché, in questo momento particolare, vogliamo porre l’accento su malattie da sempre poco considerate sia per conoscenza che per supporto: i DCA (disturbi del comportamento alimentare). I DCA in numeri sono molti, troppo numerosi, si parla di circa 3.500.000 di casi nel nostro paese, ma i DCA in persone sono molti di più e sono rappresentati anche da coloro che gli stanno vicini (genitori, fratelli, compagni, ecc.).
i DCA colpiscono in media 2.000.000 di adolescenti e preadolescenti e hanno mietuto vittime con circa oltre 3500 decessi accertati nel 2018, e sappiamo per certo che le diagnosi sono aumentate in questo periodo particolare , anche se nessuno ne parla. Non sono molte le malattie psichiatriche che “vantano” un primato di “numeri” così alto e con una mortalità che li pone al secondo posto, dopo gli incidenti stradali, per i giovani adolescenti.
I DCA sono considerati una malattia psichiatrica. I LEA, i livelli essenziali di assistenza, sono prestazioni e servizi che il nostro SSN è tenuto a fornire a TUTTI i cittadini gratuitamente, o dietro pagamento di un ticket, con le risorse pubbliche raccolte attraverso le tasse. Nell’ultimo aggiornamento vi è un paragrafo dedicato all’ assistenza specifica a particolari categorie, ma i DCA non ci sono, sempre inglobati all’interno della Salute Mentale eppure ci siamo resi conto che la Salute Mentale non considera i DCA.
Aprendo il sito del Ministero della Salute, ci siamo ritrovati a leggere il rapporto SISM 2018, pubblicato recentemente, sui numeri dati, rispetto alle persone con diagnosi psichiatriche e sui giorni di residenza nelle strutture dedicate. E qui abbiamo trovato non solo incongruenze, bensì la completa assenza di persone affette da DCA.
Come se fossero invisibili.
Questi i dati più evidenti su quello che sosteniamo: Gli utenti psichiatrici di sesso femminile sono il 53,8 % ( nei DCA sono molti di più ) La composizione per età riflette l’invecchiamento generale della popolazione generale , con un’ampia percentuale sopra i 45 anni e, in entrambi i sessi, risultano meno numerosi sotto i 25 anni ( sappiamo invece che nei DCA i più colpiti sono gli adolescenti ). Le patologie considerate all’interno del SISM 2018 sono: disturbi schizofrenici, disturbi della personalità, abuso di sostanze e il ritardo mentale prevalente nei maschi. Mentre per quello femminile disturbi nevrotici, affettivi e depressivi. E i DCA?
Nell’attività dei servizi psichiatrici viene segnalata la durata di giornate medie presso strutture residenziali per paziente, pari a 936,5 giorni, mentre la realtà delle persone affette da DCA che ha la “fortuna” di accedere alle cure, nelle poche strutture residenziali dedicate, oltre alle interminabili liste d’attesa , la durata media del ricovero non supera i 90 giorni.
Infine per quello che riguarda gli accessi psichiatrici in Pronto Soccorso, il rapporto ci dice che oltre il 74% degli accessi viene poi curato a casa, mentre per i DCA il Ministero della Salute stesso ha emanato delle mere raccomandazioni a tutti i P.S. denominandolo“Codice Lilla” o “percorso lilla”fatto solo di condizionali ma che dovrebbe implicare, oltre al riconoscimento, la presa in carico con percorsi di cura dedicati.
Concludendo, è evidente il paradosso per cui una patologia con numeri enormi, in costante crescita sia in malati che in mortalità, con una grave carenza/assenza di percorsi di cura dedicati, non venga considerata non solo come emergenza socio-sanitaria tanto da essere scorporata dalla macro-area della Salute Mentale, ma nemmeno “conteggiata”nei suoi Rapporti ufficiali e pubblici.
Ci chiediamo se anche con i LEA venga adottato lo stesso criterio d’invisibilità tristemente reale e che si riscontra purtroppo, ogni qualvolta non viene data risposta alle richieste di cura. Pensiamo che una così grave “dimenticanza” non avrebbe ragion d’essere se i LEA si scorporassero per rendere i DCA malattie “degne” di diventare una cosa a sé stante, e quel punto le cure, finalmente, prenderebbero la direzione che da anni chiediamo a voce alta.
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