Castagne: si dice “ottobre mese delle castagne”, ma anche sul filo di lana non è troppo tardi per raccoglierne di ottime nel Lazio, anche per chi non vuole spostarsi troppo dalla Capitale. Ecco tutte le località più o meno note per trovarle, e le sagre dedicate fino a novembre.
Boschi e percorsi per cercar castagne, nella tradizione laziale
Fare castagne è una di quelle attività che coniuga felicemente il movimento salutare a contatto con la natura con la soddisfazione della ricerca di un prodotto tipico della nostra tradizione alimentare. Ecco perché non bisognerebbe far passare l’autunno senza fare una passeggiata tra i tanti boschi di castagne di una delle regioni che più ne ha di belli e secolari: il Lazio. Ecco dove andare.
Se si decide di andare a due passi da Roma, si può arrivare al Bosco di Manziana, uno dei più frequentati per raccogliere le castagne nel Lazio, visto che si può raggiungerlo in un’ora o poco più. Non troppo distanti dalla Capitale, sono anche le località di Segni, Montelanico, e Carpineto Romano, dove si possono fare lunghe passeggiate negli oltre 1000 ettari di castagneti da frutto presenti. Particolarmente suggestivo poi, è l’antico percorso all’interno del castagneto di Capranica Prenestina, e in un’ora di macchina si arriva.
Nel Viterbese: celebri sono le castagne della Tuscia, prodotto tipico di tradizione millenaria. Le castagne dei Monti Cimini si producono dai 500 ai 900 metri sul livello del mare nei comuni della Comunità Montana dei Cimini, che sono Caprarola, Canepina, Capranica, Carbognano, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Vetralla, Vignanello, San Martino al Cimino e Vitorchiano. Qui, le vaste estensioni di castagneti secolari che si sono formate in questo terreno di origine vulcanica, dove esistono esemplari imponenti, consentono di ottenere castagne e marroni di elevata qualità. Ma una menzione d’onore la ottiene ovviamente la castagna viterbese di Vallerano, dove il prodotto DOP si può raccogliere ma anche gustare in questa località, particolarmente attiva nell’organizzare grandi feste popolari per i visitatori.
In provincia di Frosinone invece, la castagna DOC si trova nel Comune di Terelle e si divide in tre qualità di prodotto tra la Primutica, grande e di colore marrone chiaro, la Pelosella piccola e di colore marrone scuro, e la Pizzutella piccola di color marrone rossastro.
Per cercar castagne in provincia di Rieti, è invece bellissimo percorrere la Valle del Turano. Oltre al comune di Pescorocchiano, in quasi 4 chilometri di boschi intorno al comune di Collegiove, si possono trovare le tipiche castagne rossastre dal gusto delicato (Castagna Rossa del Cicolano). Rinomato è poi il Marrone Antrodocano, un prodotto d’eccellenza con Denominazione d’origine comunale, che si trova nei castagneti tra i comuni di Antrodoco, Borgovelino, Castel S. Angelo, Città Ducale e Micigliano.
In provincia di Latina, splendidi e ricchi castagneti si trovano sui Monti Lepini. Nei comuni di Sezze e Bassiano, ma anche nei boschi tra Lenola e Norma.
Facendo una piccola eccezione e sconfinando nella Regione Toscana, per la tradizionale raccolta della castagne d’autunno, una meta molto amata dai romani è poi il borgo medievale in pietra di Piancastagnaio, immerso nel verde della Provincia di Siena.
Qui come ogni anno, si svolge tra ottobre e novembre il “Crastatone“, una delle più importanti e antiche feste delle castagne del territorio del Monte Amiata, dove questo frutto ha rappresentato fino a dopo la seconda guerra mondiale l’unica fonte di sostentamento degli abitanti.
Quest’anno la festa, giunta alla sua 54esima edizione, si svolgerà dal 30 Ottobre al 1 Novembre, e in quest’occasione il paesino medievale celebra la fine del raccolto della castagna e l’inizio della stagione invernale, con un evento ricco di iniziative per valorizzare le sue antiche tradizioni. Una curiosità: il nome Crastatone, deriva dal verbo dialettale “crastare”, ovvero l’atto di incidere la castagna prima di metterla sul fuoco.
Sagre laziali tra ottobre e novembre
- Tra le sagre laziali dedicate alla castagna a cui non mancare, c’è sicuramente la lunga Festa della Castagna di Vallerano, che è diventato uno dei cibi D.O.P d’Europa dal 2009. La festa si svolgerà fino al primo weekend di novembre (1 novembre) all’interno del caratteristico borgo viterbese con le sue antiche case di tufo, mura medievali e chiese assolutamente da visitare.
- Da non perdere sempre in provincia di Viterbo, la XXXIX° edizione, delle “Giornate della Castagna” di Canepina. Qui il 30 e 31 ottobre è ancora possibile gustare questo prodotto tipico tra i tanti eventi musicali e artistici organizzati in occasione della manifestazione.
- A 70 chilometri da Roma a Riofreddo, il 31 ottobre e 1 novembre si svolgerà la XXXVII° Festa della Castagna, evento particolarmente sentito della tradizione di questo piccolo centro tutto da scoprire.
- Il 31 ottobre e 1 novembre ad Antrodoco, è possibile gustare una vera prelibatezza del reatino, il Marrone Antrodocano, nella “Sagra del Marrone Antrodocano” della “Festa d’Autunno” di Antrodoco.
Ecco come si raccolgono e conservano le castagne per farle durare a lungo
Quando ci si avventura nei boschi a raccogliere castagne, poche regole aiuteranno ad evitare di farsi male, scivolando tra il fogliame o con i ricci che proteggono il frutto. Ma è anche importante riporre correttamente i frutti di tanta fatica affinchè arrivino a casa nel modo migliore, pronte per essere preparate e conservate. Ecco alcune indicazioni prima di partire.
E’ intanto importante un equipaggiamento comodo, con calzature che consentano il più possibile aderenza sul terreno. Nella fase vera e propria della raccolta, sono poi fondamentali i guanti per poter portare a casa agevolmente tutti i frutti anche quelli più “difficili”, che andranno sempre messi in cestini di vimini, sacchi di juta o cotone o cassette da frutta (forse le più semplici da trovare), ma mai nei sacchetti di plastica che ne evitano la traspirazione.
Con una rapida occhiata alla castagna, potremmo accorgerci di ammaccature che spesso indicano la presenza di ospiti indesiderati, da lasciare nel bosco. Una volta a casa, immergiamo subito il risultato della nostra “caccia” in una bacinella d’acqua, quella sarà la prima fase per iniziare il processo di conservazione delle castagne.
Come conservare le castagne
Le castagne fresche si possono conservare in tanti modi. E’ certamente possibile essiccarle, ma il metodo migliore per conservare le castagne fresche è congelarle subito. Andranno lavate, ben asciugate e vi si dovrà praticare un taglio come nella preparazione per le caldarroste. Dopo di ché, si potranno suddividere in porzioni e mettere in freezer. Questo ne consentirà la conservazione per diversi mesi.
Ma tra i metodi di conservazione delle castagne più tradizionali c’è anche quello dell’annegamento in acqua. In tal caso le castagne appena raccolte andranno ricoperte completamente d’acqua e si dovrà attendere che i frutti da eliminare affiorino a galla. Con quelli buoni, rimasti nella bacinella si procederà ad un cambio d’acqua ogni giorno per 4 giorni, di circa la metà in cui sono immerse e successivamente fino al nono giorno, l’acqua andrà completamente sostituita. Le castagne andranno poi asciugate e tenute ben divise su una superficie non porosa per almeno per due giorni. I frutti in questo modo potranno essere conservati e sempre buoni per oltre tre mesi.
Una ricetta della tradizione: il Castagnaccio
Ingredienti: 500 gr di farina di castagne, sale, 2 cucchiai di olio EVO, 100 gr di noci, 60 gr di pinoli, 60 gr di uvetta, 60 ml acqua, rosmarino.
La preparazione: sciacquare l’uvetta, e metterla a mollo in acqua fredda per 10 minuti. In una ciotola mettere la farina di castagne setacciata, un pizzico di sale e versare a filo l’acqua fredda girando con la frusta a mano fino ad ottenere un impasto senza grumi. Si aggiungono poi 2/3 dei gherigli di noci tritati e 2/3 dei pinoli, e si continua a girare aggiungendo anche l’uvetta ben strizzata. Il tutto si dovrà versare in uno stampo oliato e sull’impasto da cuocere, si aggiungerà ancora una manciata di pinoli e qualche ago di rosmarino. La cottura in forno preriscaldato a 190° dovrà durare per circa 35 minuti. Il dolce è buonissimo sia caldo che freddo. ed è veramente un viaggio nella nostra storia culinaria più antica.
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