Il Seggio Centrale ha concluso il suo lavoro presso la Fiera di Roma nell’analisi delle preferenze e nell’attribuzione dei seggi dopo le elezioni amministrative appena svoltesi. E non sono poche le sorprese che emergono dalla proclamazione ufficiale.
Il Seggio Centrale ha concluso il suo compito di verifica dei risultati elettorali non senza sorprese rispetto alla versione ufficiosa dei partiti
I dati sono stati diffusi in queste ore dai rappresentanti di lista che hanno seguito le operazioni di conteggio e analisi dei risultati. Stando al numero di preferenze, al premio di maggioranza spettante alla coalizione che sosteneva il neoeletto presidente Mario Falconi e al conteggio secondo il metodo Dohn, questa è la composizione del Consiglio del X Municipio:
PD (10+1): il presidente Mario Falconi più Margherita Welyam, Raffaele Biondo, Marco Belmonte, Valentina Scarfagna, Leonardo Di Matteo, Silvia Fiorucci, Gianpaola Pau, Maurizio Zeppilli, Valentina Proietti, Federica Fallacara.
FRATELLI D’ITALIA (3): Pietro Malara, Giuseppe Conforzi, Sara Adriani.
LEGA (2): Monica Picca, Luca Mantuano.
M5S (3): Alessandro Ieva, Giuliana Di Pillo, Silvia Paoletti.
SINISTRA CIVICA (1): Marco Possanzini.
CIVICA GUALTIERI (2): Luigi Saito, Remo De Bartolomeo.
DEMOS (1): Mirella Arcamone.
EUROPA VERDE ECO (1): Valerio Facchinelli.
CALENDA (1): Andrea Bozzi
Le sorprese
Come si può osservare nel confronto con quanto reso noto all’indomani del ballottaggio (leggi qui), i conteggi ufficiali attribuiscono un seggio in più alla maggioranza (al Pd vanno dieci consiglieri più il presidente, entra anche Federica Fallacara) e uno in più arriva al M5S (il candidato presidente più i primi due con più preferenze, entra anche Silvia Paoletti). Rispetto alle previsioni, ne perdono uno Calenda (Bozzi candidato presidente e resta fuori come prima non eletta Vecchiarelli) e uno la Lega (resta fuori come primo non eletto Aguzzetti).
Ovviamente il quadro potrà modificarsi ulteriormente con la nomina ad assessore di alcuni degli eletti, che dovrà dimettersi, così come sembra possa accadere del Pd e in uno dei partiti minori della coalizione tra Demos e Civica Gualtieri. Per uno dei consiglieri di minoranza, poi, dipendente comunale, potrebbe scattare l’incompatibilità e quindi potrebbe scegliere di dimettersi.
“E’ successo che in base ai ricorsi vinti in passato – spiegano informalmente dal Seggio Centrale – si è stabilito che la percentuale del 14,4 viene arrotondata in eccesso invece che in difetto e quindi il consigliere in più lo prende la maggioranza”.
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