In assenza di turisti i taxi sul litorale sono sempre più spesso a servizio di anziani e persone fragili. Siamo andati a vedere come la pandemia ha cambiato la pelle di certi mestieri.
Ecco com’è cambiato il lavoro dei tassisti di Ostia
I tassisti non lavorano più con i turisti ma con anziani e persone fragili che devono raggiungere i presidi sanitari per fare tamponi o vaccini.
Un anno fa, ad inizio pandemia, ci occupammo di loro raccontando le difficoltà di un lavoro che in pieno lockdown sembrava destinato a drammatiche perdite. Siamo tornati a parlare con i tassisti di Ostia, per capire cosa è cambiato e come…
“Come lavoro siamo intorno al 45% di quello che era lo standard di due anni fa“. – spiega un tassista.
Il taxi in questo periodo soprattutto viene utilizzato da persone anziane o non auto munite per fare i vaccini.
“C’è sempre bisogno di accompagnare le persone che devono fare delle visite, dei vaccini o dei tamponi. – prosegue – Stiamo lavorando maggiormente in questo settore in attesa che si riprenda l’aeroporto e che si alleggerisca lo smart working, visto che per questo motivo molti hanno ridotto gli spostamenti”.
All’inizio del lockdown molti tassisti montarono dei divisori nelle macchine. Applicazioni posticce che non sono però mai state omologate e non sono obbligatorie per legge. Anche per questo in alcuni casi il plexiglass è stato smontato.
“Alcune persone preferiscono avere il divisorio, altre no. Noi comunque abbiamo tutte le opzioni: pannelli completamente sigillati con la parte posteriore, sigillati a metà, o taxi senza divisori”.
Per i divisori, per i tempi delle igienizzazioni e per tutte le altre misure di sicurezza, la categoria è stata un po’ lasciata al ‘fai da te’. Probabilmente regole imposte dall’alto e più dettagliate avrebbero favorito il lavoro e perchè no anche i clienti.
Servizio di Mara Azzarelli
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