Riapre il Roseto comunale di Roma: dal 21 aprile fino al 15 maggio, gli appassionati potranno assistere allo spettacolo delle piena fioritura e ammirare le oltre 1.000 specie di rose provenienti da tutto il mondo.
Il Roseto comunale di Roma, riapre al pubblico dal 21 aprile fino al 15 maggio
Con ancora in corso il tradizionale Hanami dell’Orto Botanico di Roma (leggi qui), tra aprile e maggio, i romani aspettano con ansia l’altro evento floreale caratteristico della Capitale, ossia la riapertura dello storico Roseto comunale all’Aventino. Un evento che tutti i cittadini vivranno specialmente quest’anno, in qualche modo come un festa, per anticipare la riapertura anche delle tante attività commerciali di Roma, in grande sofferenza, a più di un anno dall’inizio della pandemia.
Il Roseto comunale, è un vero trionfo della natura e dei colori nel cuore della città di Roma, uno sbocciare continuo, quasi a vincere ogni chiusura forzata, che sicuramente non deluderà i visitatori, nemmeno in questa tardiva primavera.
La storia del Roseto Comunale, è affascinante come questo luogo, unico al mondo, che fin dal III sec. a.c. era dedicato ai fiori. Tacito, negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo.
Adagiato sulle pendici dell’Aventino, di fronte ai resti del Palatino, appena sopra il Circo Massimo, questo particolarissimo giardino, dalla dimensioni contenute, offre una magnifica vista che spazia dal colle Palatino, al campanile di S. Maria in Cosmedin, alla cupola della Sinagoga, al Vittoriano, fino ad arrivare all’osservatorio di Monte Mario.
Ricoperto di orti e vigne fino a tutto il XVI sec., nel 1645 divenne l’Orto degli Ebrei con annesso il piccolo cimitero della Comunità. E dal 1934, anno del trasferimento del cimitero ebraico al Verano, l’area, destinata dal piano regolatore generale di Roma a Parco, rimase incolta fino al 1950, quando divenne sede del nuovo roseto comunale. Come ringraziamento alla comunità ebraica, che aveva permesso di ricreare il roseto in un luogo sacro, venne posta all’ingresso del giardino una stele in ricordo della precedente destinazione, e i piccoli viali che dividono le aiuole nell’area collezione, assunsero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo. Il giardino segue la pendenza del terreno con una forma ad anfiteatro. Il disegno architettonico vuole mimetizzare la frattura orizzontale costituita da via di valle Murcia, che divide il giardino in due parti.
Tutte le collezione del Roseto comunale di Roma
Il roseto Comunale di Roma è così suddiviso: nell’area più vasta, si trova la collezione di rose botaniche, antiche e moderne. Nella parte in basso, più piccola, si trovano i settori dove vengono dimorate le rose partecipanti al “Premio Roma” e la collezione delle rose che, dal 1933 – anno della prima edizione svoltasi a Colle Oppio – hanno vinto questa prestigiosa manifestazione.
La collezione delle rose
Nell’area più vasta si trova la collezione di rose botaniche, antiche e moderne. Si tratta di circa 1200 esemplari di rose botaniche, che provengono da tutto il mondo: dall’Estremo Oriente sino al Sud Africa, dalla Vecchia Europa sino alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe. In particolare, sono presenti specie primordiali, che risalgono a 40 milioni di anni fa, molto pregiate e poco conosciute, dimorate insieme alle “rose antiche“, tutte di grande originalità e bellezza.
Passeggiando tra i viali si possono ammirare le rose Damascene che già fiorivano a Paestum e a Pompei, ancora oggi usate come base per essenze profumate, o la famose rose Galliche, le uniche nell’antichità di colore rosso e considerate sacre dai persiani. Varietà rare e particolari s’intrecciano in questa collezione catturando l’interesse del visitatore. Ci si imbatte così nella rosa dedicata alla fine della guerra delle Due Rose: il suo fiore, quando è in boccio, è rosso come la rosa dei Lancaster, ma quando si apre è bianco come la rosa degli York le due famiglie in guerra per il trono inglese. La rosa chiamata Peace, ha una storia molto particolare: le talee di questo ibrido, ottenuto in Francia da Francis Meilland, allo scoppio della II Guerra Mondiale, prima che le frontiere francesi fossero chiuse, furono inviate ai vivaisti che ne avevano acquistato i diritti in Italia, in Germania e negli Stati Uniti. Proprio in America, alla fine della guerra, la stessa varietà fu posta come ornamento sui tavoli delle trattative di Pace della Conferenza di San Francisco, divenendo così il simbolo della Pace. In Italia è conosciuta con il nome “Gioia“.
Altre specie, pur non potendo vantare riferimenti storici, hanno importanti particolarità a livello botanico, come la rosa Mutabilis, il cui fiore in cinque giorni cambia colore 7 volte: il bocciolo è rosso, aperto diventa arancione, poi giallo, crema, rosa chiaro, rosa intenso fino a diventare cremisi. Restando in tema di “effetti speciali”, particolare è la Omeiensis Pteracantha Lutea, una rosa botanica cinese le cui spine, a forma di ala, nei nuovi rami sono rosse e trasparenti. Fra le più curiose, la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali di color verde, e la Rosa Foetida, bellissima ma maleodorante.
La storia dei Roseti del Comune di Roma
L’idea di un Roseto a Roma, quello antico e quindi precedente al Roseto dell’Aventino, si deve all’interessamento della Contessa Mary Gailey Senni, al suo amore per la natura e a una notevole conoscenza botanica. Americana di nascita, si sposò con un conte italiano e rimase a vivere in Italia. Donna dal carattere deciso e caparbio dovette lottare non poco per vedere realizzato il suo progetto, ma vi riuscì, e ne vide l’apertura nel 1932 appunto sul colle Oppio, luogo scelto perché vi si trovava già una raccolta di numerose piante di rose provenienti dal Vivaio del Governatorato. La contessa partecipò a tutte le fasi di realizzazione del roseto, e fu anche l’artefice della sua promozione all’estero. L’anno seguente l’apertura, fu istituito il “Premio Roma”, (secondo al mondo per costituzione, preceduto solo da quello di Bagatelle, vicino Parigi) di cui fu la curatrice ed al quale partecipò per molti anni come componente della giuria. Questo Roseto che doveva essere un vero capolavoro, venne purtroppo distrutto nella seconda guerra mondiale, e i romani dovettero attendere fino agli anni ’50 perché ne venisse creato un altro, liberamente accessibile.
L’accesso al Roseto comunale di Roma, è piuttosto visibile dalla strada e si trova in Via di Valle Murcia n. 6, e l’ingresso è gratuito.
Da mercoledì 21 aprile 2021, l’apertura sarà tutti i giorni, solo nella zona della collezioni, fino al 15 maggio nell’orario: 8,30 -19,30.
Mentre dal 16 maggio al 13 giugno compreso, apertura tutti i giorni di tutto il Roseto, zona concorso e zona collezioni, sempre nell’orario che va dalle 8,30 alle 19,30.
Le visita guidate sono invece sospese, a seguito dell’adozione del nuovo Decreto Legge del 12 marzo 2021, nel quale si dispone il divieto di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico fino al rientro in zona gialla della Regione Lazio.
Il Roseto comunica inoltre, che l’unico servizio igienico nel Roseto rimarrà chiuso al pubblico perché non si è in grado di poter far rispettare tutte le norme sanitarie previste in questo periodo.
Per tutte le informazioni contattare direttamente il Roseto Comunale al telefono: 06.5746810
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Orto Botanico di Roma in fiore: gli eventi tra aprile e maggio