Un pasticciere è finito in manette con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti: durante la perquisizione della sua pasticceria, a Cerenova, i carabinieri lo hanno trovato in possesso di 13 grammi di hashish e di 7 grammi di marjuana, nascosti tra torte e crostate.
Cerenova, pasticciere in manette: trovato in possesso di 435 grammi di hashish
L’uomo, un 37enne con precedenti per spaccio di stupefacenti, era da tempo nel mirino delle forze dell’ordine, in particolare dei carabinieri di Ladispoli e di Civitavecchia.
Dopo la scoperta delle sostanze stupefacenti all’interno del forno, i militari hanno esteso la perquisizione all’abitazione del pasticciere, dove hanno rinvenuto 435 grammi della sostanza e 13 grammi di cannabis.
Al termine degli accertamenti il giovane è stato condotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Civitavecchia.
A finire in manette poi, in un’altra operazione, un residente di Civitavecchia trovato in possesso di falsi distintivi di polizia. L’uomo, 55 anni, dovrà rispondere anche appropriazione indebita, falsa attestazione a Pubblico Ufficiale. A scoprirlo i Carabinieri intervenuti in via 16 Settembre, dove era stata segnalata la presenza di alcune persone ubriache, che recavano disturbo alla quiete pubblica.
Una volta sul posto i militari hanno identificato l’individuo il quale, dopo aver mostrato una tessera di appartenenza alla Polizia Penitenziaria, si è presentato come un agente in servizio. I militari però hanno notato qualcosa di insolito: la tessera mostrata infatti è risultata contraffatta.
Al termine degli accertamenti l’uomo è stato condotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Civitavecchia.
In una terza operazione i carabinieri di Civitavecchia hanno arrestato per due volte lo stesso individuo per il reato di evasione. L’uomo, agli arresti domiciliari, per ben due volte è stato sorpreso mentre si aggirava per le vie circostanti senza alcuna autorizzazione.
Va ricordato ai lettori che le prove si formano nel corso del processo e che, quindi, l’arresto o la denuncia non equivalgono a colpevolezza. Fino al terzo grado di giudizio un indagato deve essere considerato innocente.
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