L’accusa è pesante: Riccardo Pica, il ragazzo di 16 anni morto venerdì 26 febbraio mentre correva al Parco della Madonnetta (leggi qui), quando è stato colpito dall’attacco cardiaco, stava fuggendo insieme con un amico da un uomo armato di accetta.
A riferirlo è la mamma di Riccardo, Daniela Salustri, in un’intervista concessa al quotidiano “La Repubblica”. Testualmente la donna avrebbe riferito: “Mio figlio non stava giocando al parco con gli amici: stava scappando da un uomo che li inseguiva con un’accetta”.
Parole sconvolgenti, che ribaltano la dinamica, inizialmente attribuita a una maledetta corsa fatta come sfida. E che, al tempo stesso, accendono una luce sinistra sulle indecorose condizioni in cui versa quella che una volta era una struttura d’eccellenza, il punto verde qualità “Parco della Madonnetta”. La donna nell’intervista ha riferito che i ragazzi che erano con suo figlio avrebbero raccontati di essere stati inseguiti da un barbone armato di accetta. La mamma di Riccardo ha anche aggiunto di essere entrata personalmente nella struttura abbandonata e di aver incrociato tre cittadini probabilmente romeni che vivono nella struttura che hanno negato la circostanza.
Va detto che al momento le dichiarazioni della mamma di Riccardo non risultano agli atti della Polizia di Stato, che indaga sulla morte. Nella chiamata fatta per richiedere i soccorsi al NUE 112in via Bruno Molajoli, l’amico 23enne del ragazzo deceduto, non ha riferito di essere stati inseguiti o minacciati. E le sommarie informazioni raccolte dalla pattuglia intervenuta sul posto il giovane ha aggiunto che la coppia, con un terzo amico, si era messa a correre all’interno del parchetto “per fini scherzosi”.
E’ anche vero che sia Riccardo che l’amico testimone del suo malore fatale, non erano in tenuta sportiva ma vestiti da passeggio, quindi non erano al parco specificatamente per fare attività ginnica o motoria.
Il pm Francesco Minisci ha incaricato gli investigatori del Decimo Distretto Lido di ascoltare tutti i testimoni e di ricostruire la vicenda.
Per le condizioni di abbandono in cui si trovano, le strutture sportive del Parco della Madonnetta, di proprietà comunale e sottratte al concessionario vincitore di un un bando pubblico, sono rifugio di sbandati e senza fissa dimora. Più volte i frequentatori del parco hanno denunciato la pericolosità della situazione e dei soggetti che vi trovano ricovero.
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