L’Unione Europea ha approvato il vaccino anti-covid prodotto dal colosso farmaceutico Pfizer-Biontech: l’Agenzia Ue per il Farmaco EMA ha dato il via libera alle iniezioni del prodotto sui cittadini europei.
“E’ un momento decisivo nei nostri sforzi per fornire vaccini sicuri ed efficaci agli europei! L’EMA ha appena emesso un parere scientifico positivo sul vaccino Pfizer-BioNTech. Ora agiremo velocemente”. Ad annunciare per prima l’ok dell’Agenzia Europea del farmaco è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
“L’Agenzia Europea del Farmaco ha dato l’ok al primo vaccino. È la notizia che aspettavamo”, esulta il ministro della Salute Roberto Speranza.
“La battaglia contro il virus è ancora molto complessa, come dimostrano anche le ultime notizie provenienti da Londra, ma avere a disposizione un vaccino efficace e sicuro apre una fase nuova e ci dà più forza e fiducia”, dichiara Speranza.
Incertezza del mondo scientifico sull’efficacia nei confronti della nuova mutazione
“Al momento non ci sono indicazioni che il prodotto possa non funzionare contro la variante inglese del Covid”, sottolinea Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Agenzia del farmaco.
Sulla stessa posizione gli scienziati italiani dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità. “Ritengo una resistenza al vaccino della variante Gb emersa nel Regno Unito altamente improbabile”, afferma Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
“I vaccini determinano la formazione di una risposta immunitaria contro diversi ‘pezzettini’, chiamiamoli così, della proteina spike. Se anche c’è una mutazione in uno, due o tre ‘pezzettini’ della proteina spike, è altamente improbabile che il vaccino possa risultare inefficace“, spiega Locatelli.
Ma non tutti gli esponenti della comunità scientifica sono ottimisti:
“Impossibile al momento stabilire se la variante del virus individuata in Gran Bretagna possa ridurre l’efficacia dei vaccini anti Covid. Nessuno può saperlo”, afferma all’ANSA il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca.
Un’ipotesi, aggiunge, è che la mutazione presente sulla proteina Spike “possa ridurre la forza degli anticorpi che si formano dopo il vaccino basato sul materiale genetico di questa proteina, ma nessuno lo sa al momento”.
Quello fra anticorpo e virus “è un legame ad alta precisione, come una chiave adatta a una determinata serratura che non entra più se la serratura cambia, anche con una piccolissima modifica”, sostiene Broccolo.
Di diverso parere il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia: “Ci sono già state delle varianti nel recente passato e ce ne potranno anche essere altre. Allo stato attuale questo non vuol dire un aggravamento della malattia o della letalità e, soprattutto, il vaccino non è messo in discussione”.
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