Cane precipita in una profonda dolina al Parco della Caffarella: sul posto accorrono i vigili del fuoco

Il cane rimasto prigioniero all’interno di una cavità del terreno è stato soccorso da un’unità del nucleo Saf

L’allarme è scattato intorno alle ore 16.00 di questo pomeriggio, domenica 3 novembre, quando nel parco romano della Caffarella un cane è precipitato in una profonda dolina presente all’interno dell’area verde oggi frequentata da moltissime persone che hanno approfittato della giornata di festa e di un piccolo scampolo di primavera.

Il cane rimasto prigioniero all’interno di una cavità del terreno è stato soccorso da un’unità del nucleo Saf

Sul posto si sono diretti i vigili del fuoco con la squadra 12/A del distaccamento Tuscolano e il nucleo Speleo Alpino Fluviale (Saf) che sono entrati all’interno del parco dall’ingresso di via dell’Almone.

Una volta individuato il cane, che appariva molto spaventato ma in buone condizioni, uno degli operatori Saf è stato calato all’interno del fosso di natura carsica scavato in un terreno di tipo tufaceo dall’azione millenaria dei fenomeni di tipo erosivo.

Il soccorritore si è accertato che il cane non avesse patito conseguenze per via del salto nella buca e lo ha imbragato per riportarlo alla superficie. Fido, contentissimo del pericolo scampato è stato così riconsegnato ai proprietari non prima di aver scattato una foto ricordo con i suoi salvatori

Al recupero del cane ha assistito anche una pattuglia dei carabinieri per i rilievi di stretta competenza delle forze dell’ordine.

Cane precipita in una profonda dolina al Parco della Caffarella: sul posto accorrono i vigili del fuoco 1

Questa prima domenica di novembre è stata caratterizzata da eventi, veri o presunti, che hanno avuto come protagonisti degli animali. Nella zona di Ardea a sud della capitale ha tenuto banco una fake news sulla fuga di una tigre che sarebbe stata avvistata da una persona che stava portando a spasso il suo cane.

La falsa vicenda, nata con ogni probabilità da uno scherzo architettato in Rete, ha fatto comunque scattare le procedure di allarme previste in questi casi tra cui l’invio sul posto di un cecchino armato di fucile telescopico per l’eventuale addormentamento. Nessuno ha, tuttavia, presentato denunce sul fantomatico avvistamento anche perché il procurato allarme è punito come reato dall’articolo 658 del codice penale.

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