Gli ospedali sono in affanno a causa del grande afflusso di pazienti covid. E seguire i malati cronici con patologie diverse – gli oncologici, chi soffre di cuore, chi ha il diabete – diventa complicato. Molti cittadini con sintomi non covid inoltre hanno paura a recarsi al pronto soccorso, temendo il contagio. Situazione però che può portare ad esiti infausti. “Una situazione che crea difficoltà per le cure degli altri pazienti, in particolare dei cronici, ai quali si rischia di non poter garantire assistenza”, è l’allarme del presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, rivolto all’assessore alla Sanità del Lazio.
Aumenta la pressione sugli ospedali, i pazienti non covid in difficoltà
Il presidente dell’Ordine dei Medici lancia un appello all’assessore Alessio D’Amato. “Chiedo alla Regione Lazio di attivarsi immediatamente per utilizzare le strutture specialistiche ambulatoriali del territorio, in modo da gestire tutti quei malati non Covid che in questo momento non hanno assistenza”.
“Serve potenziare i servizi e l’offerta di cure territoriali degli ambulatori Asl. Gli specialisti hanno una media di orario di 20 ore settimanali quando potrebbero averne tranquillamente 38. Bisogna agire presto”, sottolinea Magi.
“Non possiamo scordarci gli altri pazienti non covid”, spiega ai nostri microfoni Alberto Chiriatti, vicesegretario regionale della FIMMG (la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale). “Chi soffre di diabete, scompensi cardiaci o neoplasie, ora ha difficoltà a essere seguito”.
“Stanno saltando le cure”, afferma Chiriatti. “Perché c’è difficoltà a effettuare alcune prestazioni in ospedale. E al tempo stesso c’è la paura dei cittadini di contrarre l’infezione in corsia: molti preferiscono non curarsi e lasciar correre i sintomi. Ma così corrono rischi enormi”, prosegue il vicesegretario della FIMMG.
“Se gli ospedali si dedicano ai pazienti covid, allora devono rispondere di più le strutture ambulatoriali locali. Serve più organizzazione: le liste di attesa, ad esempio, si allungano nonostante ci siano meno richieste”.
Consegnati ai medici di base i primi kit per effettuare i tamponi rapidi in studio
Sono stati consegnati oggi ai medici di medicina generale i primi 20 kit per effettuare i tamponi negli studi. Nei prossimi giorni il resto delle attrezzature sarà distribuito ai 300 medici che hanno scelto di aderire al piano regionale.
Già attivi da pochi giorni gli equipaggi Usca-R a disposizione del 118: 100 operatori tra medici e infermieri del Lazio, operativi per effettuare tamponi a domicilio e gestire a casa pazienti covid che non hanno bisogno di cure ospedaliere.
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