Pesta e minaccia di morte la madre e quando arrivano i carabinieri scoprono non solo la donna in lacrime ma un arsenale. A finire in manette un 53enne violento.
Arrestato per maltrattamenti un cinquantenne: le minacce di morte alla madre anche davanti ai carabinieri. In casa armi
E’ stata la vittima delle violenze, una 78enne di Tor Bella Monaca, a chiedere aiuto al 112. I carabinieri della locale stazione sono subito intervenuti in via dell’Archeologia, dove l’anziana in lacrime ha raccontato delle minacce di morte, violenze e offese da parte del figlio ultra cinquantenne.
Comportamenti culminati, la notte precedente, quando l’uomo ha distrutto mobili e suppellettili e costretto la madre a fuggire da casa.
I militari sono quindi intervenuti nell’appartamento e hanno identificato l’indagato che, anche davanti ai militari, senza alcun freno, ha continuato a rivolgere minacce di morte alla madre.
Un arsenale in casa
La vittima, ormai disperata, ha però trovato la forza di formalizzare la denuncia contro il figlio che quindi è stato arrestato. E con una doppia accusa: maltrattamenti in famiglia e detenzione illegale di armi.
Una volta proceduto alla perquisizione domiciliare i carabinieri hanno trovato nell’appartamento .un piccolo arsenale.
In casa c’erano, mal custoditi, due fucili da caccia, una pistola e 103 munizioni, regolarmente detenuti, ma – vista la situazione – sono stati subito ritirati insieme al porto d’armi in corso validità. Sequestrati penalmente invece due baionette e 244 munizioni calibro 9×21, detenute in maniera illegale.
Libero con il divieto di avvicinamento
L’arrestato è stato portato nel carcere di Regina Coeli e, al termine dell’udienza, il tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per lui il divieto di avvicinamento alla persona offesa con dispositivo di controllo elettronico.
Pochi mesi fa arresto analogo ad Ardea, a picchiare con violenza la madre un quarantenne senza scrupoli.
L’uomo viveva con lei da qualche tempo, da quando si era separato dalla moglie ed era rientrato nella casa di origine. Poi i maltrattamenti nei confronti della donna che, in seguito proprio ad un episodio di violenza, era stata costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Pomezia, da cui era stata dimessa con una prognosi di dieci giorni.