Una gita a Capocotta per farsi ritrarre davanti ai resti del chiosco Mecs Village incenerito da un incendio di matrice dolosa per ribadire quanto già anticipato dalla sua assessora: l’area verrà bonificata e messa a bando per una stagione estiva. La visita al mare di Roma, però, non prevedeva un approfondimento sulle condizioni in cui versano le dune vicine, tra cumuli di rifiuti e baraccopoli.
Il sindaco Roberto Gualtieri si fa ritrarre sulle ceneri del Mecs Village e promette una nuova vita per Capocotta ma non decide la sorveglianza dei chioschi privi di gestione
Il sindaco Roberto Gualtieri sfrutta l’occasione per ribadire lo sforzo dell’amministrazione capitolina di muoversi nella legalità, contro la criminalità nella difesa del bene pubblico. E’ il senso della passeggiata fatta questa mattina dal primo cittadino all’altezza del km 10,00 della via Litoranea ovvero nel punto in cui sorgeva il chiosco Mecs Village di Capocotta, bruciato due domeniche fa da una manina “dispettosa”. Un attentatore che sapeva bene che il chiosco era stato dissequestrato e che non c’era un custode che vigilasse.
“Siamo ad Ostia dove è andato a fuoco il Mecs Village, uno dei 5 chioschi di Capocotta, proprio il giorno prima che lo rimettessimo a bando, dopo ben 24 anni” ha sottolineato Gualtieri che evidentemente non è stato informato che i chioschi di Capocotta sono sei (Dar Zagaja, Mediterranea, Settimo Cielo, Oasi Naturista, Porto di Enea e, appunto, Mecs Village). Quell’incendio, prosegue il sindaco, “è un fatto molto grave su cui stanno indagando le Forze dell’Ordine e su cui vogliamo si faccia presto luce. Se qualcuno pensa di intimidirci in questo modo, si sbaglia di grosso”.
«Andiamo avanti – dice ancora Gualtieri – affinché questo magnifico luogo naturalistico torni presto alle romane e ai romani, nel pieno rispetto della legalità. Il mare di Ostia è di tutti». Nel video Gualtieri parla dello stabilimento «andato a fuoco per un incendio con tutta evidenza doloso: proprio il giorno dopo, l’11, sarebbe stato messo a bando dopo 24 anni. Tutte le concessioni erano scadute da moltissimi anni, si andava avanti con delle proroghe che anche giuridicamente non si potevano più fare. Nel frattempo in diversi dei chioschi c’erano stati abusi e morosità. Abbiamo deciso di rimetterli a bando tutti». «Purtroppo questo è stato vittima di un attacco ma noi andiamo avanti – dice ancora il sindaco – Ostia e il lungomare hanno bisogno di legalità e anche di qualità degli stabilimenti. Bonificheremo l’area appena ci sarà il dissequestro da parte della magistratura, faremo un bando annuale per una struttura leggera e poi ci sarà la ricostruzione». «Subito dopo Pasqua, in anticipo rispetto all’anno scorso – ha annunciato infine il primo cittadino di Roma – Ama per la prima volta pulirà tutto il litorale di Capocotta per far trovare questa bellissima spiaggia nelle condizioni di decoro e di pulizia».
L’altra faccia della medaglia
Chi sorveglia per evitare che fatti del genere si ripetano? Non una parola, infatti, è venuta dal sindaco in risposta alla richiesta di sorveglianza costante venuta da Ostia per evitare che prima dell’affidamento dei chioschi si ripetano non solo fuochi e fuocherelli ai danni delle strutture comunali ma anche per impedire che le dune vengano prese d’assalto da persone senza scrupoli.
Un video diffuso quasi contemporaneamente al lancio social di quello del sindaco, che noi proponiamo qui sopra, mostra le condizioni in cui si trovano le dune di Capocotta. Le immagini sono eloquenti: baracche, cumuli di rifiuti dai contenuti ignoti, prostituti e spacciatori tra i cespugli, presenze di senza fissa dimora nelle strutture che l’amministrazione mette a bando. Insomma, un quadro inquietante che qualcuno avrebbe dovuto mostrare al sindaco, al di là della gita fuori porta di natura mediatica.