Da oltre tre ore nella zona nord di Valle Galeria nel XII Municipio della Capitale, sono scattati di nuovo tutti i protocolli che meno di due anni fa erano stati attivati per l’incendio catastrofico che ha drammaticamente fatto “scuola” sul fronte delle emergenze ambientali, e cioè quello dell’impianto di rifiuti di Malagrotta. Un incubo che ritorna per quanti abitano e lavorano in prossimità dell’impianto, rispetto al quale sono intervenute la CGIL e la Fp CGIL di Roma e del Lazio.
Incendio Malagrotta, l’incubo che ritorna per chi vive e lavora in prossimità dell’impianto. Sindacati: “Un altro duro colpo per Roma, proprio sotto le feste”
L’incendio di vaste proporzioni divampato a Malagrotta questo pomeriggio a poche ore dalla notte di Natale, se non contenuto è quantomeno monitorato nel rischio di proseguire la sua marcia verso altre parti della struttura. Una constatazione che non cambia però la situazione della nube tossica che si è formata in poco più di tre ore e che si trova ormai a viaggiare sulla città di Roma, mettendo a rischio i cittadini per una possibile esposizione alla diossina.
Le conseguenze sono quelle tristemente note con cui i romani hanno dovuto fare i conti oltre un anno e mezzo fa, che nella scala degli effetti sulla salute partono dalle irritazioni cutanee aa gravi problematiche respiratorie, fino alle peggiori conseguenze con esposizione prolungata, nella scala delle patologie tumorali.
Insomma tutto quello che di peggio può portare quella nube nera e maleodorante, che oggi sovrasta l’impianto TMB1 a fuoco, e che accoglieva fino a ieri quasi un quarto dei rifiuti romani.
A sottolineare il potenziale di questa bomba tossica in una nota, anche la CGIL e la Fp CGIL di Roma e del Lazio: “È un altro duro colpo per Roma, che capita proprio sotto le feste durante le quali si verifica un aumento della produzione di rifiuti – continua la nota -. Attendiamo di conoscere i danni ma se l’impianto non potrà essere utilizzato rischiamo un impatto devastante sulla raccolta e gestione dell’immondizia”.
Un fatto con cui dovremo fare i conti anche se in questo momento, come sottolineano anche le sigle sindacali, la priorità è garantire la tutela della salute delle persone che abitano e lavorano in prossimità dell’impianto: “Come Cgil faremo la nostra parte, per il ruolo che ci compete, per gestire e superare questa emergenza ed evitare che si traduca in un peggioramento delle condizioni di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori di Ama”.