Nel giro di pochi giorni sono diventati alcune decine i cittadini lidensi intenzionati a difendere la tenuta di Procoio dal degrado, ma anche dagli abbattimenti indiscriminati di pini marittimi perfettamente sani. Tra loro ci sono biologi, esperti di tutela dell’ambiente, specialisti di varie branche ma anche poeti, come Michele Gentile che, a Ostia c’è nato e da sempre frequenta la vastissima area boschiva di proprietà degli Aldobrandini ma liberamente accessibile da parte di chiunque e assorbita all’interno della Riserva del Litorale romano.
Si allarga il numero di residenti del Lido intenzionati a salvaguardare la tenuta di Procoio che versa in condizioni allarmanti
Si tratta di ettari di alberi ad alto fusto dal grande ombrello attraversati da sentieri percorribili, a piedi o in bicicletta e che abbracciano una zona molto vasta, dal confine di ponente con la ferrovia Lido Nord verso levante dove è delimitata dal canale dei Pescatori. Un settore versatile e all’interno del quale si trovano i resti di antiche ville romane, ma anche un parco avventure, un’area addestramento cani e un maneggio per l’allevamento dei cavalli fiancheggiato da una fattoria.
L’idea di trasformare l’amore per un territorio denso di ricordi che, in molti casi, risalgono all’infanzia ha spinto alcuni abitanti che risiedono in via dei Promontori, di fronte a uno degli ingressi della tenuta di Procoio, a mobilitarsi per attivare un circuito virtuoso di iniziative utili a far breccia nell’atteggiamento di chiusura e di totale mancanza di collaborazione da parte delle istituzioni del X Municipio, ma anche di Roma Capitale, rispetto a richieste di intervento e di azioni pubbliche capaci di contrastare l’inesorabile avanzamento del degrado.
“Sabato 19 agosto alle 19.00 in piazza Anco Marzio – dice Michele Gentile, uno dei promotori dell’iniziativa, precisandone la natura assolutamente apartitica- ci incontreremo con chiunque voglia dare il proprio personale contributo alla difesa della Pineta e a tutto il nostro patrimonio boschivo che sta andando progressivamente in malora anche collaborando e interloquendo con gli enti pubblici competenti. Se le pinete muoiono e non vengono ripiantumate e, soprattutto curate, non si fa solo un danno all’ambiente ma si commette un delitto contro le nuove generazioni che erediteranno ben poco di ciò che resta, a causa dell’invecchiamento e del diffondersi dei parassiti come la cocciniglia tartaruga letali per i nostri pini. A questo va ad aggiungersi – prosegue Michele – l’atteggiamento sconsiderato dell’amministrazione che butta giù anche gli alberi sani, senza provvedere alla loro concimazione o a interventi più semplici, come le potature, abbattendo solo i fusti rinsecchiti che rappresentano un pericolo continuo nei confronti dei frequentatori della tenuta. Spesso, il massimo che si fa, è di proibire il transito chiudendo quelle strade più esposte al crollo di alberi e di tronchi alti molti metri e pesanti diverse tonnellate“.
Un flash mob aperto alla partecipazione di tutti gli interessati darà il via a una serie di iniziative periodiche per sensibilizzare tutti i cittadini al decadimento dell’area
All’incontro convocato via web, per domani a Ostia Lido, prenderà parte anche Anna Catalani, fondatrice e presidente di un’associazione denominata “Salviamo la tenuta di Procoio” che conta un migliaio di sostenitori e, da tre anni a questa parte, ha letteralmente bombardato di esposti e di messaggi via email con posta certificata tutte le istituzioni possibili al fine di ottenere risposte capaci di avviare un percorso di recupero virtuoso dell’area protetta.
“Il tempo delle email -precisa Michele- ha avuto il merito di tenere alta l’attenzione sulle pessime condizioni in cui è conservata la tenuta, l’obbiettivo della nuova fase è di creare un presidio permanente utile a sensibilizzare tutta la cittadinanza alla risoluzione dei problemi che affliggono la pineta di Procoio” e non solo, se si pensa che l’ultimo dei crolli si è verificato recentemente in un quartiere di Roma dove un pino alto venti metri è precipitato al suolo ferendo in modo grave tre ragazzine (leggi qui).
Ma perché non estendere quest’iniziativa anche a Castelfusano o alla pineta delle Acque Rosse, circoscrivendo il perimetro di interesse a una sola porzione dell’immenso patrimonio boschivo del litorale? “Naturalmente – risponde Michele Gentile – non intendiamo limitare solo a Procoio le nostre future azioni dimostrative anche perché il problema del pericolo di caduta degli alberi è, purtroppo, esteso anche in moltissimi settori dove è presente il verde pubblico a Roma. Ma partiremo dalla nostra tenuta perché è quella che conosciamo e che è entrata a far parte della memoria collettiva“.
Azioni dimostrative da definire ma che, almeno per quanto riguarda la vena letteraria di Michele Gentile, tra l’altro autore di un libro di poesie intitolato “Ostia” e fondatore della Nazionale di calcio Italiana Poeti, unico esempio del genere per ora esistente a livello mondiale, si trasformeranno in fonti di incasso da raccogliere sotto forma di donazioni, durante le esibizioni amichevoli della squadra allo scopo di destinarle alla cura dei tanti alberi malati presenti sul litorale romano.
L’ignavia del Comune di Roma
Sullo stato del patrimonio arboreo la Procura di Roma ha aperto un fascicolo. Si indaga sulla “qualità” della manutenzione degli alberi e sulla loro sostituzione. L’avvio dell’inchiesta è successiva a una serie di crolli di rami e piante anche in assenza di condizioni di maltempo. In particolare a San Basilio un albero è crollato su tre adolescenti che, solo per un caso, sono rimaste ferite lievemente. E, il giorno successivo, altro caso di caduta che poteva trasformarsi in tragedia, in piazzale Clodio.
In tutto questo le responsabilità che dovranno accertare i magistrati guardano verso il Campidoglio. Dopo una denuncia sui rischi per il degrado arboreo della Capitale presentata da Labur, emerge, infatti, che, a proposito della cocciniglia testuggine che sta uccidendo i pini di Roma, “alla data del 21 marzo 2023, il Servizio Fitosanitario Regionale per il Lazio (SRR) ha comunicato a LabUr (Reg.Uff. U.0314034) di non aver imposto, dalla data di entrata in vigore del decreto ministeriale, misure fitosanitarie puntuali nei confronti di soggetti pubblici o privati proprietari o detentori a qualsiasi titolo delle aree interessate dall’infestazione. Neppure sono state presentate in Regione richieste autorizzative per la movimentazione delle piante ospiti dell’insetto dopo abbattimenti e potature“.
“Addirittura – prosegue Labur – il Dipartimento di Tutela Ambientale del Comune di Roma rende noto che (prot. QL/22087 del 28 marzo 2023), dalla data del decreto, non vengono più comunicate al SFR i nuovi casi di infestazione, essendo ormai tutto il Comune di Roma ‘zona infestata’. Un quadro drammatico che si accompagna al mancato rinnovo della Commissione che gestisce la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, che ha esaurito il suo mandato l’8 agosto 2022. Ricordiamo che la Commissione ha il ruolo di autorizzare gli abbattimenti degli alberi compresi nella Riserva (di cui fa parte p.es. anche la pineta di Castelfusano e delle Acque Rosse) e che non esiste una sua autorità sostitutiva, neppure nei casi di urgenza. Più volte il Comune di Roma ha sollecitato il Ministero dell’Ambiente, senza risposta. Per ultimo, assistiamo all’impotenza ed inerzia del Reparto Tutela Ambientale del Gruppo X della Polizia Locale di Roma Capitale e del Gruppo Carabinieri-Forestale nell’intervenire in questa triste situazione di degrado“.
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