Come riattivare il Reddito di Cittadinanza, in quest’articolo vi spieghiamo chi può farlo e nuovi importi con la ricarica Carta Postepay Rdc. La sospensione del Reddito di cittadinanza ha riguardato molte famiglie e sta portando molti disagi agli ex beneficiari. Lo strumento di contrasto alla povertà sociale è stato sostituito da due misure: il Supporto per la Formazione al Lavoro e l’Assegno di Inclusione.
Come riattivare il Reddito di Cittadinanza, chi può farlo
Per alcuni, però, la svolta è contenuta nella legge che permetterebbe a coloro che rientrano in altre condizioni di vedersi riattivare il Reddito di cittadinanza, almeno fino al 31 dicembre 2023. Scendiamo nei dettagli per spiegare quando scatta il cambiamento della normativa, ma soprattutto quali sono le condizioni che ripristinano l’accredito della PostePay.
Il primo caso riguarda gl over 60 o maggiorenni disabili. Per riattivare il Reddito di cittadinanza in queste situazioni, è necessario inizialmente richiedere un cambio di residenza per il nuovo membro familiare.
Il passo successivo consiste nell’aggiornare la propria situazione economica tramite la presentazione di una nuova dichiarazione DSU, la quale sostituisce la dichiarazione ISEE. Una volta ottenuto l’aggiornamento del certificato ISEE, sarà possibile richiedere l’accesso al Reddito di cittadinanza, a patto che tutti i requisiti di legge siano soddisfatti.
Infatti, se il richiedente soddisfa i requisiti necessari e la domanda viene approvata, il beneficiario riceverà l’accredito a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda. Per non perdere mensilità importanti, è essenziale presentare la richiesta entro il mese di novembre 2023.
Per quanto riguarda i beneficiari assistiti dai servizi sociali, spetta all’Amministrazione comunale presentare una segnalazione apposita all’INPS per il ripristino delle condizioni del Reddito di cittadinanza.
L’altra opzione è collegata alla convocazione presso i Centri per l’impiego al fine di iniziare il processo di presa in carico della domanda di accesso al Supporto per la Formazione e il lavoro.
Il richiedente, infatti, può chiedere la sottoscrizione del patto di servizio insieme al colloquio conoscitivo per avviare un percorso di politica attiva.
Durante il colloquio, il Centro per l’Impiego può decidere di indirizzare il richiedente ai servizi comunali competenti per il contrasto alla povertà sociale, se emergono criticità e fragilità nell’ambito del disagio psico-sociale che impediscono l’accesso a un percorso di inserimento lavorativo. I servizi sociali segnalano i nomi di coloro che hanno subito la sospensione del sussidio, chiedendo all’INPS il ripristino delle condizioni fino al 31 dicembre 2023.
Chi non riceverà più il Reddito di Cittadinanza e le altre misure previste da gennaio 2024
Molte famiglie hanno ricevuto l’SMS di sospensione del beneficio, mentre altre continueranno a percepirlo fino al 31 dicembre 2023. Queste sono le condizioni previste dalla normativa che garantisce la continuità del sussidio alle famiglie fragili, composte da minori, disabili e persone oltre i 60 anni. Anche i beneficiari assistiti dai servizi sociali del proprio comune di residenza potranno continuare a ricevere l’accredito mensile, anche se rientrano nella categoria dei lavoratori occupabili.
Per coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, è possibile attivare su richiesta il Supporto per la Formazione e il Lavoro, a patto che siano soddisfatti i requisiti e le condizioni normative.
In questo caso, spetta un sussidio mensile di 350 euro per ogni membro familiare che presenta la richiesta. A partire dal 1° gennaio 2024, sarà attivato l’Assegno di Inclusione per le famiglie fragili composte da membri minori, disabili e persone oltre i 60 anni.