Con il dispositivo aeronavale del ROAN in vigilanza nello spazio marittimo di competenza regionale, la Guardia di Finanza ha eseguito nelle ultime ore il sequestro di oltre 12mila ricci di mare, e oltre 100 chili di polpi sottratti ai pescatori di frodo, tutti in gran parte rigettati in acqua per consentire la ripopolazione delle preziose colonie marine.
Scoperti oltre 150 chili di polpi vivi pescati con trappole illegali: multa di 10mila euro a cinque pescatori di frodo
Sono partiti da diversi giorni i fitti controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza che fin dal periodo prenatalizio perlustrano le coste per individuare le attività di pesca di frodo in aumento con l’aumentare della domanda sul mercato ittico dei ricci di mare.
Tale monitoraggio portò a scoprire nella notte tra il 31 dicembre 2021 ed il 1° gennaio 2022 dagli uomini della Stazione Navale di Civitavecchia, quando due pescatori di frodo sono stati fermati in flagranza, subito dopo aver depredato da soli oltre 9mila ricci di mare con l’ausilio di autorespiratori ad aria in violazione alla vigente normativa che prevede un numero massimo di 50 esemplari per ciascun pescatore (leggi qui).
I reati di questo genere sono fin troppo frequenti e anche nei giorni scorsi, i militari della Sezione Operativa Navale di Roma hanno sorpreso cinque soggetti intenti nella pesca di frodo, che hanno fatto scattare sanzioni amministrative per 10mila euro oltre al sequestro dell’intero pescato, consistente in 155 chili di polpi, tutti rigettati in mare in quanto ancora vivi.
Sequestrati nella stessa operazione dalla Stazione Navale di Civitavecchia, 188 attrezzi da pesca, consistenti in trappole per polpi non in regola con la vigente normativa, e la cui tecnica è anche risultata particolarmente dannosa per l’ambiente marino e la navigazione.
Nei giorni scorsi, la Sezione Operativa Navale di Anzio ha sorpreso un peschereccio che, nottetempo, era intento ad esercitare la pesca sottocosta, a distanza non consentita, inferiore alle 3 miglia dal litorale costiero ed in bassi fondali, che ha fatto scattare una sanzione amministrativa di 4mila euro e il sequestro della rete e del pescato,
successivamente donato, dopo i previsti controlli sanitari, ad un ente di beneficienza.
Particolare attenzione continuerà ad essere rivolta poi al problema della pesca a strascico, un fenomeno che distrugge i fondali di posidonia, che costituisce un habitat ideale per la flora e la fauna marina del Mediterraneo e devastata nella pesca intensiva e illegale che avviene ancor più sotto sotto le feste.
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