Tra i sistemi alternativi per il riscaldamento che gli italiani stanno scegliendo per ridurre le batoste sul luce e gas in vista dell’inverno, c’è la stufa a pellet che può essere acquistata attraverso agevolazioni statali e locali. I dettagli.
Bonus e incentivi dello Stato per passare ad una stufa a pellet: costi di un nuovo impianto e detrazioni possibili
Per cambiare registro e tagliare le bollette, gli italiani sono pronti a fare qualche investimento su sistemi alternativi per fronteggiare le temperature invernali, ma di quanto parliamo ad esempio per acquistare una stufa a pellet?
Il costo può aggirarsi tra i 1500 ai 3mila euro per una stufa a pellet ad aria, che non è proprio una cifra accessibile a tutti tantomeno in tempo di crisi. La cifra sale poi se si tratta di un impianto ad acqua, dove a seconda della grandezza si parte dai 2500 euro arrivando tranquillamente a 4mila euro, che non è la cifra finale da doversi togliere di tasca, considerando i costi per l’impianto, la costruzione, se manca o va adattata, della canna fumaria, oltre naturalmente alla fornitura del pellet.
Per realizzare un impianto si può spendere tra i 200 e i 300 euro, mentre i costi per la costruzione della canna fumaria possono variare tra i 30 ai 50 euro al metro quadro. Calcolatrice alla mano, c’è da mettere in conto l’acquisto del pellet, che per un sacchetto da 15 chili può costare tra i 10 e i 15 euro.
Incentivi e detrazioni: ecco quali sono e come chiederli ed entro quando
Pensando di affrontare tutte queste spese per passare ad un riscaldamento a biomassa, è bene sapere che ci sono diversi incentivi e detrazioni a disposizione dei cittadini e tra questi anche la possibilità di avvalersi del Bonus stufe.
Con l’Ecobonus per efficienza energetica, si possono avere detrazioni dal 50 all’85% a seconda della tipologia dell’immobile, con una percentuale di detrazione del 50% per la posa in opera di impianti di climatizzazione invernali dotati di generatori di calore a biomassa, che può arrivare anche al 65% delle detrazioni, nel caso in cui l’intervento vada a migliorare l’efficienza energetica della casa.
Si può usufruire di questo bonus ma con un limite massimo di spesa di 30mila euro per le unità indipendenti, che potrebbe salire nel caso di condomini o se associato a lavori antisismici. La comunicazione va presentata all’Enea ed il pagamento va effettuato con bonifici.
Il Superbonus 110% poi, può essere applicato anche in caso di sostituzione dell’impianti di climatizzazione invernale con un impianto a biomassa, alla condizione che il cambio garantisca un reale miglioramento delle prestazioni dell’edificio, con un salto minimo di due Classi di prestazione energetica, ottenuta con la sola sostituzione dell’impianto o eventualmente in affiancamento con altri interventi che arrivino al risultato, ad esempio la coibentazione dell’involucro esterno. Per la detrazione del 110% della abitazioni unifamiliari si è al limite della data di scadenza, ma si può pensare di usufruirne anche per il 2023, nel caso dei condomini.
Il Bonus stufe rientra invece negli incentivi forniti dal Conto Termico del GSE, non è una detrazione ma un rimborso che avviene nel caso si sostituisca un vecchio impianto di climatizzazione o una vecchia stufa. Per far si che l’intervento abbia più chance di essere approvato, con la relativa possibilità di recuperare fino al massimo previsto, e cioè il 65% della cifra spesa con rimborso diretto sul conto corrente, è bene scegliere una stufa a pellet tra quelle elencate proprio dal GSE, prima di avviare i lavori e a conclusione degli stessi, richiedere il rimborso.
Per usufruire del bonus stufe a pellet 2022 la condizione imprescindibile è che l’acquisto e l’installazione dell’impianto avvenga entro il 31 dicembre 2022. Una scadenza così a breve rende senza dubbio la spesa proibitiva per molti italiani, con la possibilità di ripensarla e mettere da parte la somma necessaria per il prossimo anno decidendo magari di affrontarla in ambito condominiale.
Per quanto i costi del pellet siano aumentati, secondo le previsioni fatte dall’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), il riscaldamento a biomassa resterà comunque il più conveniente, è quindi bene per chi possa affrontare questo investimento, tentare di usufruire del Bonus stufe, previa consultazione del sito di Enea e dell’Agenzia delle Entrate.
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