Vadim, 17enne ucraino ustionato in guerra: innestati 4.500 centimetri di pelle

Vadim ha affrontato il primo delicato intervento e il decorso post operatorio sembra buono

Vadim, il 17enne ucraino rimasto ustionato su tutto il corpo mentre cercava di salvare la madre da un bus in fiamme e in fuga dalla guerra, migliora al Sant’Eugenio. I chirurghi gli hanno innestato 4.500 centimetri quadrati di epidermide.

Vadim ha affrontato il primo delicato intervento e il decorso post operatorio sembra buono

Il paziente non è ancora stato dichiarato fuori pericolo, ma il decorso post operatorio sembra “buono” (leggi qui).

A renderlo noto l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, che sta seguendo il caso da vicino chiedendo aggiornamenti alle equipe mediche. “Se fosse rimasto in Ucraina sarebbe morto”, ha commentato D’Amato.

Vadim era stato sottoposto al primo di una lunga serie di interventi chirurgici qualche giorno fa e l’operazione è sembrata “perfettamente riuscita”.

I chirurghi hanno sottoposto il ragazzo a un’escarectomia tangenziale superficiale di tutte le parti necrotiche attraverso una copertura con innesti di epidermide omologa.

Ad occuparsi della delicata fase l’équipe multidisciplinare operatoria dell’ospedale Sant’Eugenio, coordinata dal dottor Giuseppe Spaltro per la parte chirurgica, dal dottor Massimo Galletti per la parte anestesiologica e dal dottor Filippo Carlucci per la parte infermieristica.

“Ringrazio di cuore il centro grandi ustionati del Sant’Eugenio per l’assistenza medico-sanitaria fornita a questo giovane eroe”, il commento dell’assessore.

Soccorsi anche bambini oncologici

Fin dall’inizio della guerra l’Italia ha messo a disposizione dei profughi ucraini le risorse del suo sistema sanitario nazionale.

Il primo marzo un bimbo di appena un anno è arrivato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, con i propri genitori: era stato tracheotomizzato all’età di 4 mesi, con una diagnosi di paralisi cerebrale infantile.

I genitori avevano attraversato il confine ed erano riusciti a raggiungere con mezzi propri l’Italia, dove grazie all’aiuto di alcuni parenti erano arrivati in provincia de L’Aquila prima del trasferimento nel Lazio.

Più recentemente, il 7 maggio scorso, grazie a un volo gestito dalla Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario (CROSS) 16 pazienti oncologici ucraini sono arrivati nel nostro Paese, alcuni anche a Roma, al Bambino Gesù.

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